• La parola è un dono. Altrimenti...megli...

La parola è un dono. Altrimenti...meglio il silenzio.

Un dono coltivabile, però.

Una scintilla, un' idea, un pensiero; un progetto, un'attività da intraprendere, un sentimento da mostrare, la soluzione ideale a un problema: è forse un sogno riuscire a veicolare, nel modo più efficace, ciascuno di questi elementi? No, non lo è. Trovare le parole corrette, per esprimersi, può non essere sufficiente. A volte non si riesce a raggiungere l'efficacia di una vera comunicazione, limitando - senza rendersene conto -  lo scrivere o il declamare alla mera informazione, ai semplici termini giusti, al solo utilizzo della grammatica, al formale rispetto della sintassi o a un eloquio forbito.

Esprimersi bene non sempre equivale a bucare la carta oltrepassando il foglio e puntando all'emozione del lettore; non sempre l'inchiostro vibra, urla o sussurra, abbraccia o respinge, accarezza o schiaffeggia, agita o placa; non sempre un oratore preparato e colto emoziona la platea, catturando l'attenzione di un auditorium in ascolto. 

La lingua italiana è  uno scrigno prezioso di modi, tempi, toni e sfumature. Dove per tempi si intende non solo ed esclusivamente quelli verbali ma musicali: il testo è come uno spartito, anzi...una partitura su cui, attraverso un pentagramma tutto speciale, suoni e ritmo realizzano, intersecandosi, una struttura melodica e armonica. Conoscerlo nel profondo, quel linguaggio,  (amandolo infinitamente ed essendo disposti a percorrerlo in ogni sua direzione) ci aiuterà a sondare al meglio anche noi stessi. Facendo centro, sempre. Puntando dritto al cuore; in un cerchio, luminoso e magico, dove la forma incontra la sostanza e in essa, all'unisono, si fonde.

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