Descrizione dell'annuncio
Sono convinto che esiste un solo modo per essere immortali: raccontare storie. Ogni essere umano è il protagonista di una storia, c’è chi dice sempre la stessa, che si ripete da migliaia di anni: per questo non si può fare a meno di raccontare. E ascoltare. Uno scrittore è onnipotente, è il dio delle storie che racconta. I suoi discepoli sono i lettori, le sue creature sono i personaggi, Quei personaggi uguali e diversi, ricchi e poveri, umili e presuntuosi,, fragili e forti, prudenti e spericolati, saggi, immaturi, uomini e donne, bambini, giovani, vecchi e adulti, soddisfatti, delusi, idealisti e disillusi, corrotti e corruttori, colti, ignoranti, liberi e schiavi, oppressi e oppressori, complici e avversari, violenti, e dolci, falsi e onesti, ubriachi e sobri, depravati, porci, cristiani, ebrei, musulmani, italiani, stranieri, disperati, appagati, viscidi, meschini, assassini, ladri, stupratori, preti, suore, madri, mogli, nonne… Lo scrittore è un dio buono e sadico, e come ogni buon dio che si rispetti, sa già come vanno a finire le sue storie. Fa nascere i personaggi, li illude di essere liberi e li abbandona in mezzo a qualche storia di cui sono inconsapevolmente protagonisti e schiavi. Li fa crescere, li fa giocare, li fa gioire, li fa soffrire e li fa morire. Attraverso la sua penna, si amano, si odiano, si uccidono, tramano, fanno l’amore, fanno la guerra, fuggono, si arrendono, vincono, perdono, piangono, ridono, urlano, parlano sottovoce, stanno in silenzio, cantano, mangiano, vomitano, rubano, spacciano, tradiscono, si pentono, si vergognano. Lo scrittore scrive per non morire. Per difendersi. Per sentirsi meno inadeguato in un mondo di giusti. E scrive per i lettori, li prende per mano, li culla, li protegge, li conduce fra i sentieri della narrativa, per regalargli tutte le vite che non hanno potuto vivere. Scrivere è il mio mestiere.