Sono Valentina Vergani Gavoni, una professionista dell’informazione, laureata in politiche e relazioni internazionali alla London Metropolitan University (UK, 2017) con un Master in Giornalismo Iulm (Italia, 2021) in collaborazione con **Mediaset.**
Durante la mia carriera universitaria a Londra ho sviluppato un metodo efficace per produrre informazione, a fine accademico. Grazie alle competenz...
Sono Valentina Vergani Gavoni, una professionista dell’informazione, laureata in politiche e relazioni internazionali alla London Metropolitan University (UK, 2017) con un Master in Giornalismo Iulm (Italia, 2021) in collaborazione con **Mediaset.**
Durante la mia carriera universitaria a Londra ho sviluppato un metodo efficace per produrre informazione, a fine accademico. Grazie alle competenze sociologiche acquisite presso la facoltà di sociologia - all’università Bicocca di Milano - e l’esperienza sul campo in Togo come volontaria in un villaggio africano, ho compreso l’importanza dell’indagine sul
campo e il lavoro intellettuale sui libri. Un processo fondamentale per interpretare, analizzare e definire la realtà così come si presenta.
Dopo l’esperienza in Africa ho deciso quindi di ampliare il mio bagaglio culturale. Dovevo migliorare le mie competenze linguistiche, così mi sono trasferita a Londra per imparare l’inglese. In UK ho avuto la possibilità di partire per un viaggio di conoscenza nei Territori occupati palestinesi, portando avanti contemporaneamente i miei studi di sociologia in Italia. Le competenze che stavo acquisendo però non erano abbastanza per interpretare la realtà geopolitica contemporanea. Così ho deciso di cambiare facoltà e studiare International Relations and Politics alla London Metropolitan University. Lo studio sul campo era indispensabile per analizzare e verificare le mie indagini sui libri. Ho quindi continuato ad applicare questo metodo ampliando l’area di interesse nei territori turco-siriani.
Grazie al lavoro sul campo, a quello sui libri e alle competenze interdisciplinari acquisite all’università Bicocca di Milano e alla London Metropolitan University in UK, ho allenato le mie capacità di ricerca, verifica ed elaborazione dei dati raccolti.
Dopo la laurea a Londra ho deciso di ritornare in Italia e iniziare il praticantato giornalistico per diventare una giornalista professionista (Ordine dei giornalisti praticanti della Lombardia, 2020 – 2023).
Il Master in giornalismo, le esperienze professionali in diverse testate giornalistiche (italiane) - locali e nazionali - e il confronto con l’Ordine e il Sindacato dei giornalisti della Lombardia sono stati fondamentali per conoscere e capire l’intero sistema che determina le dinamiche dell’informazione.
A causa di limiti insuperabili che mi impedivano di svolgere liberamente la mia attività giornalistica all’interno delle testate giornalistiche, ho scelto di applicare il metodo giornalistico alla ricerca sociale a fine scientifico.
L’attività professionale svolta all’interno di un progetto di ricerca universitario – focalizzato sull’accoglienza dei rifugiati ucraini - coordinato da Federico Zannoni, docente dell’università di Bologna, doveva adattarsi a dinamiche e tempistiche diverse da quelle delle testate giornalistiche. E distinguersi da quella svolta in ambito accademico.
Giornalismo e ricerca sono due realtà separate. Parlano due lingue diverse, hanno funzioni differenti e si rivolgono a un pubblico specifico. Il giornalismo parla alla massa, la ricerca parla agli intellettuali. Questo “bipolarismo” dell’informazione ha abbassato drasticamente la qualità della produzione all’interno delle testate giornalistiche e ha estremizzato, in opposizione, quella del mondo accademico.
Il mio esperimento professionale ha creato così uno spazio intermedio per svolgere la professione. Un ponte tra due sponde distanti. Un nuovo modo di “notiziare” che stravolge ruoli e funzioni. La notizia non è più un prodotto a fine commerciale, ma uno strumento di lavoro per raccogliere dati. Il professionista dell’informazione non è più un mezzo di produzione all’interno delle testate giornalistiche, ma una figura professionale che svolge la sua attività giornalistica applicando un metodo codificato all’esterno delle redazioni.
Durante la mia formazione professionale non ho mai smesso di confrontarmi con L’Ordine e il Sindacato dei giornalisti della Lombardia.
Ho deciso infatti di non superare l’esame di Stato previsto dalla legge e di definirmi “Professionista dell’informazione” per svolgere la mia attività giornalistica in realtà diverse da quella delle testate giornalistiche.
Tutto il lavoro svolto all'interno del progetto di ricerca - focalizzato sull'accoglienza dei rifugiati ucraini - è stato pubblicato dal Gruppo Albatros Il Filo in un libro intitolato "Metodo giornalistico applicato alla ricerca sociale a fine scientifico”.