Sono sempre stato del parere che, gran parte delle difficoltà che si riscontrano nello studio di questa materia, sono originate da una scarsa (se non assente) osservazione della realtà che ci circonda. Si tratta di un linguaggio, esattamente come l'italiano, l'inglese, il tedesco eccetera, con le sue regole grammaticali e logiche. Esattamente come ogni altro linguaggio, viene concepito e forgiato...
Sono sempre stato del parere che, gran parte delle difficoltà che si riscontrano nello studio di questa materia, sono originate da una scarsa (se non assente) osservazione della realtà che ci circonda. Si tratta di un linguaggio, esattamente come l'italiano, l'inglese, il tedesco eccetera, con le sue regole grammaticali e logiche. Esattamente come ogni altro linguaggio, viene concepito e forgiato attorno una particolare "filosofia" di interpretazione e di descrizione.
Perché l'italiano, agli occhi delle altre nazioni, una delle lingue più ambigue e difficili che esistono, è così facilmente padroneggiata dagli italiani?
Ognuno si dia la sua risposta, ma secondo il mio parere la risposta è....abbiamo fatto esperienza sul campo per tutta la vita: giocato, domandato, associato...tutte azioni che hanno forgiato delle solide reti neuronali che oggi determinano la nostra madrelingua.
Detto questo, il mio modo di affrontare le lezioni si basa su questi princìpi: come prima cosa, dedico sempre i primi momenti a cercare di capire dov'è la difficoltà e perché è presente; a comprendere il tipo di persona che ho di fronte (poiché non tutti apprendono allo stesso modo ... e questo le scuole pubbliche lo ignorano). Una volta soddisfatti questi due punti principali, non mi resta che far leva sui "punti piacevoli" dello studente al fine di coinvolgerlo, di stimolare curiosità....di porsi domande.
Non nego che ci sono stati alcuni rari casi (secondo le mie statistiche) che purtroppo non hanno avuto risultati. Ma del resto, come ho detto precedentemente, ognuno è un cervello diverso. Sta a voi decidere.
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