Cecilia

Non ho un metodo preconfezionato: talvolta gli allievi mi suggeriscono quali siano le loro esigenze ed i loro desideri, altre volte sono io che mi sforzo di capire cosa può funzionare meglio. Credo che i pilastri di una buona didattica pianistica siano l'impostazione della mano, cui dedico sempre molta attenzione soprattutto per gli assoluti principianti; lo sviluppo dell'ascolto attivo durante l'esecuzione, strumento prezioso non solo per l'auto correzione, ma anche per poter indirizzare lo studio verso il risultato desiderato e non ripetere meccanicamente; un buon equilibrio fra mera teoria musicale e la comprensione della stessa attraverso la pratica.
Non ho fretta di ottenere "risultati" in poche lezioni, perché credo che lo studio di uno strumento ed i progressi relativi allo stesso siano frutto del lavoro di mesi, se non di anni. Il mio scopo più grande è appassionare l'allievo, perché la musica potrà non diventare il suo lavoro, ma mi auguro che sarà sempre sua compagna di vita e che diventi davvero un altro linguaggio di cui appropriarsi.