Ho esperienza come insegnante di diritto alle scuole superiori e posso dirvi che il primo passo (ed il più faticoso) è capire cosa si sta studiando, porsi delle domande (anche le più strambe) fino fare proprio quell'argomento. L'utilizzo della memoria viene dopo e permette di collegare concetti che hai già compreso. Studiare il diritto non significa imparare a memoria! Niente di più sbagliato. Oc...
Ho esperienza come insegnante di diritto alle scuole superiori e posso dirvi che il primo passo (ed il più faticoso) è capire cosa si sta studiando, porsi delle domande (anche le più strambe) fino fare proprio quell'argomento. L'utilizzo della memoria viene dopo e permette di collegare concetti che hai già compreso. Studiare il diritto non significa imparare a memoria! Niente di più sbagliato. Occorre capire perché esiste una determinata norma/principio/istituto. I numeri, le date vengono in un secondo momento. Scoprirete che, con questo metodo, tutto diventa più interessante e diventerete degli esploratori armati di curiosità pronti ad affrontare anche gli argomenti che di primo impatto sembrano decisamente noiosi. Servirà ripetere ad alta voce, elaborare schemi (e capire come farli in proprio) e vedrete che nulla sarà come prima.
La passione per la materia si acquisisce col tempo attraverso esempi concreti. Un conto è studiare astrattamente cosa è previsto nel codice/nella Costituzione, un altro è avere tra le mani un contratto o una legge. La teoria serve alla pratica anche nello studio, ho sempre creduto che "imparare a ripetere a memoria" sia un'assurdità: vi costa fatica, vi resta memorizzato per poco (costringendovi a ripassare dopo anche solo qualche settimana) e non vi lascia niente. Per poter avere successo nello studio è necessario saper fare collegamenti, saltare da un ramo all'altro della disciplina con facilità, sapendo sempre in che "zona" del sapere ci stiamo dirigendo (evitando così dei poco simpatici strafalcioni). Capire è la chiave per imparare: questa è la mia via.
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