La mia filosofia di lavoro è ispirata a questa geniale intuizione di Bruno D'Amore: “Io dico, al contrario, che la matematica è l’unica materia in collegamento con tutto, perché è un linguaggio universale. La matematica è un umanesimo al pari della poesia, della letteratura e dell’arte. Se l’è inventata l’uomo, in fondo, mica è stata una punizione divina. Ci potrebbe essere bisogno, in questo sen...
La mia filosofia di lavoro è ispirata a questa geniale intuizione di Bruno D'Amore: “Io dico, al contrario, che la matematica è l’unica materia in collegamento con tutto, perché è un linguaggio universale. La matematica è un umanesimo al pari della poesia, della letteratura e dell’arte. Se l’è inventata l’uomo, in fondo, mica è stata una punizione divina. Ci potrebbe essere bisogno, in questo senso, di raccontare agli alunni la storia della matematica: quando vengono a sapere di come i Sumeri facevano i calcoli, quando capiscono che gli uomini primitivi avevano solo i concetti di uno, due e molti, restano affascinati. Prendiamo i romanzi di Italo Calvino, razionali e matematici pur nella loro infinita fantasia. Lui stesso, quando gli si chiedeva chi fosse il più grande scrittore, rispondeva Galileo Galilei”. La matematica è un linguaggio umano, ha un suo codice, alla portata di tutti: basta capire come scrutarne e interiorizzarne le "regole". E per far questo, occorre anzitutto capire CHE COSA il testo di un problema ci stia chiedendo e perché ce lo stia chiedendo. Interrogarsi su quanto una richiesta sia stata compresa per mettere in atto strategie risolutive smart, senza mai perdere il contatto con la realtà che quel passaggio o quel problema o quel procedimento creano (perché è SEMPRE POSSIBILE riferirsi all'ESPERIENZA, nonostante la si definisca una materia "astratta"): rintracciare gli oggetti con cui lavoreremo nello spazio fisico e concettuale che ci circonda. “Iniziamo sfatando un mito: la matematica, almeno fino ai dieci anni, piace molto perché si presta a essere giocata.."
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