Mi chiamo Filippo, sono laureato in storia con master in storia e cultura alimentare.
Dopo 10 anni di collaborazione con una società calcistica provinciale nel ruolo di formatore ed educatore, ho sviluppato una profonda conoscenza della psicologia dei ragazzi grazie al quale ho sviluppato un sistema moderno di insegnamento.
A livello metodologico dunque prediligo un approccio dinamico per lo più...
Mi chiamo Filippo, sono laureato in storia con master in storia e cultura alimentare.
Dopo 10 anni di collaborazione con una società calcistica provinciale nel ruolo di formatore ed educatore, ho sviluppato una profonda conoscenza della psicologia dei ragazzi grazie al quale ho sviluppato un sistema moderno di insegnamento.
A livello metodologico dunque prediligo un approccio dinamico per lo più non nozionistico (a nessun’ragazzo piace sentire una lezione di storia o letteratura piena di date e fatti ad esse legati), favorendo una comprensione, per lo più dialettica, dei processi che portano a tali nozioni, così da stimolare la curiosità verso tali fatti.
Il mio motto è “non insegnare, ma creare interessi”. Un ragazzo motivato ed interessato apprenderà sempre di più di uno svogliato e disinteressato.
Durante le lezioni cerco dunque di mantenere un dialogo con lo studente atto a portare il ragazzo a ragionare autonomamente sui fatti studiati, senza disdegnare qualche parentesi divertente che possa ulteriormente stimolare l’emotività dello studente, così da creare un “filo conduttore” che stimoli anche la logica, la fantasia e la curiosità dello studente il quale finirà per apprendere in modo del tutto inconscio e spontaneo.
Questo metodo può risultare desueto ma risulta frutto dei più moderni studi psicologici, secondo i quali esiste un rapporto diretto tra cognizioni ed emozioni, un giovane (ma anche un adulto in realtà) che si diverte sarà naturalmente portato ad approfondire, i vantaggi di tale metodologia sono molteplici e porteranno lo studente a studiare per interesse personale e non per un voto scolastico. Possiamo definire l’interesse la benzina del cervello. Mi trovo di conseguenza a ribaltare il paradigma, non si tratta di studiare per appassionarsi a qualcosa ma viceversa, sarà l’interessa a dare il via spontaneamente al processo di studio.
Siccome vengo pagato all’ora ci tengo che tali tempistiche siano più produttive possibili per il ragazzo sia nel suo interesse che nel rispetto delle famiglie (che pagano).
Do molto valore al sistema montesoriano, che trovo si sposi perfettamente con questo mio approccio inusuale basato sui più moderni studi.
Tutti i ragazzi hanno un talento, solitamente legato alle loro passioni ed a ciò che sanno fare di conseguenza, la mia scommessa (per il momento vinta) è di veicolare tali passioni ed interessi al fine di creare adulti mentalmente aperti e flessibili, in poche parole adatti alle sfide del mondo del domani.
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