Per evitare che i miei studenti si sforzino a memorizzare vocabolario e strutture che poi non sono capaci di utilizzare in situazioni reali (cosa che ho vissuto sulla mia pelle, prima di portare a termine il mio percorso universitario), uso il metodo induttivo. Il nome può non dire molto, per i non addetti ai lavori, ma si basa su 2 semplici principi:
- meglio avere pochi strumenti ed essere da...
Per evitare che i miei studenti si sforzino a memorizzare vocabolario e strutture che poi non sono capaci di utilizzare in situazioni reali (cosa che ho vissuto sulla mia pelle, prima di portare a termine il mio percorso universitario), uso il metodo induttivo. Il nome può non dire molto, per i non addetti ai lavori, ma si basa su 2 semplici principi:
- meglio avere pochi strumenti ed essere davvero in grado di usarli, che averne tanti e non essere minimamente capace di servirsene (pensate a un software potente e completo, come un programma di ritocco fotografico, di montaggio video, di progettazione 3D o simili; averlo e disporre quindi di tutti i suoi funzionalissimi e utili strumenti non vi servirà a nulla, se non sapete come usarli...);
- bisogna sempre concentrarsi su quel che si sa e non su quel che si ignora per riuscire a far fronte alla necessità (in casa, un coltellino svizzero rimane spesso chiuso in un cassetto, ma se vi trovaste in un'isola deserta e non aveste nient'altro a disposizione, sono sicuro che diventerebbe il vostro attrezzo preferito e che imparereste presto a usarlo in mille modi ai quali non avreste mai pensato prima).
In pratica, anziché seguire lo schema classico delle lezioni spiegazione > pratica > rinforzo, faccio in modo che sia lo studente stesso a capire il funzionamento delle cose partendo da testi scritti, audio e video, prima di offrire vere e proprie spiegazioni, risolvere dubbi e rispondere domande e infine passare all'uso pratico degli elementi appresi.
Per saperne di più
Vedi meno