Giancarlo Soncin

Mi chiamo Giancarlo Soncin, sono un fotografo e videomaker professionista che opera nel settore aziendale e matrimoniale con approccio reportagistico per quando riguarda la fase di documentazione, e pubblicitario per la valorizzazione del prodotto o servizio. Ho avuto insegnanti come Giovanni Gastel, per quanto riguarda la moda ed il ritratto, Manu Brabo nel fotogiornalismo, Giovanni Umicini che mi ha insegnato tantissimo sul valore della conoscenza applicata alla fotografia.
Molte aziende, agenzie e multinazionali si appoggiano ai miei servizi, mentre ho collaborato con testate nazionali per quanto riguarda video interviste a politici e professionisti dello spettacolo.

I mezzi oggi messi a disposizione come l'intelligenza artificiale, tutorial, corsi gratuiti, permettono un approccio immediato, con risultati apprezzabili sin da subito. Ma in fotografia, come nel video e nel cinema, la qualità si vede nella cura dei dettagli, come la luce, l'outfit, il soggetto, l'atmosfera, il linguaggio dei colori, lo studio del workflow, ottimizzazione dei tempi, lo storytelling, la conoscenza del linguaggio visivo, l'originalità dell'idea, la capacità di trasmettere un messaggio comprensibile ad una nicchia mirata di persone, la capacità di cogliere o scatenare l'idea, altro non è che un'immagine latente nel nostro cervello.

Il maestro Miyagi nel famoso film divenuto cult, diceva: Vuoi fare fotografia, va bene... Non vuoi fare fotografia, va bene... Vuoi fare fotografia forse... prima o poi verrai schiacciato come un grappolo d'uva... Forse non era esattamente così, ma il senso è esattamente questo, e vale per ogni cosa decidiamo di intraprendere, in qualsiasi livello.

Si ma io non ho niente da dire... Tutti abbiamo qualcosa da esternare, ed esiste sempre una nicchia di persone pronte ad accoglierla e condividerla. La storia inizia con la fotografia, esistono singole foto o reportage che son stati in grado di cambiare le cose. Pensiamo al fotografo Bisturi, un professionista dei nostri giorni che con il suo reportage sulle carceri in Sud America ha dato voce a queste persone. Oggi vivo in strutture adeguate, uscendo da una situazione di degrado.

Il primo passo è sempre iniziare, concentrarsi sulla singola comprensione dei tempi e diaframmi è un antiquato ed inadeguato. Le moderne macchine non sbagliano. Altro discorso se vogliamo indirizzarci sulla vera fotografia, quella materica, analogica che tanto mi piace e che tutt'ora pratico regolarmente.

Fare fotografia, in senso tecnico, è mettere tutto il nostro essere, tutto il nostro sapere, il nostro stato d'animo, il nostro punto di vista in un centoventicinquesimo di secondo.