Studio inglese da sempre.
Avevo 12 anni e avevo imparato i libri di Harry Potter a memoria, in modo da poterli leggere in inglese riconoscendo quante più parole possibili. Le mie tesine erano tutte rivolte a l'Inghilterra, l'America. Alle superiori, pur avendo optato per un percorso diverso dal linguistico, ho continuato assiduamente a studiare la lingua attraverso libri e serie tv, fino a capir...
Studio inglese da sempre.
Avevo 12 anni e avevo imparato i libri di Harry Potter a memoria, in modo da poterli leggere in inglese riconoscendo quante più parole possibili. Le mie tesine erano tutte rivolte a l'Inghilterra, l'America. Alle superiori, pur avendo optato per un percorso diverso dal linguistico, ho continuato assiduamente a studiare la lingua attraverso libri e serie tv, fino a capire che la strada doveva e poteva essere solo quella.
Sono entrata all'Università di lingue di Modena e ho continuato i miei studi.
A casa c'era l'inglese libero. A scuola: studi, regole, grammatica, restrizioni.
E sono andata a vivere in Inghilterra. E ho compreso quanto l'inglese fosse, proprio come l'italiano e tutte le altre lingue, una lingua fluida, in completo cambiamento, che non può esistere solo nelle pagine del classico Student's book. E' una lingua che nasce dai film, da Instagram, dai giovani, da Shakespeare. E' specchio di una storia che non è fissa a una sola regola e quelle 30 eccezioni che sono così difficili da ricordare.
Ecco perché il mio approccio come insegnante è rivolto alla libertà della lingua e alle sue molteplici possibilità piuttosto che alla chiusura da manuale. Questo non vuol dire che ci sia anarchia: ma un terreno di gioco con i confini e le regole ben delineate, dove intorno e in mezzo ci si può divertire senza aver paura di sbagliare.
Per saperne di più
Vedi meno