Roberto Minuti

Ogni lezione di aiuto compiti è un piccolo viaggio. Inizia sempre dall’ascolto: mi prendo il tempo di chiedere all’alunno come si sente, se ci sono stati momenti difficili a scuola e quale compito gli pesa di più. Questo primo momento è fondamentale, perché permette al bambino o al ragazzo di sentirsi accolto e compreso, senza pressioni.

A partire da qui, scelgo insieme a lui da dove cominciare. Non imposto mai un percorso rigido e uguale per tutti: ogni studente ha il suo modo di imparare e rispettarlo significa già metà del lavoro fatto. Se noto incertezza o scoraggiamento, creo piccoli step di difficoltà crescente, così da renderlo consapevole dei suoi progressi.

Durante la lezione alterno spiegazioni chiare e semplici a esercizi pratici, incoraggiando sempre il dialogo. Non mi limito a dire “come si fa”, ma accompagno l’alunno a capire il perché delle cose, collegando la logica ai suoi interessi o ad esempi della vita quotidiana. In questo modo, la materia smette di sembrare astratta e diventa concreta, vicina, persino interessante.

Ogni errore è trattato come un’opportunità: lo analizziamo insieme senza giudizio, così che diventi un’occasione per consolidare la comprensione e costruire fiducia. L’alunno sente che può sbagliare senza paura, perché l’obiettivo non è la perfezione immediata, ma il percorso di crescita.

La lezione si chiude sempre con un momento di sintesi, in cui ripercorriamo i punti chiave e ci soffermiamo sulle conquiste della giornata. Questo rinforzo finale serve a rafforzare la memoria, ma soprattutto a lasciare una sensazione positiva e motivante.

In definitiva, il mio aiuto compiti non è soltanto un supporto scolastico: è un percorso educativo che intreccia emozioni, logica e metodo, trasformando lo studio in un’esperienza che fa crescere sicurezza, curiosità e autonomia.