Seguo di solito questa metodologia di insegnamento: dopo essermi accertato, attraverso un rapido esame, del livello di preparazione dello studente, posso scegliere di 1) chiedere allo studente di parlarmi di quelli che secondo lui sono i suoi problemi e le sue difficoltà con la storia, chiedendogli come vorrebbe essere aiutato a risolverli; 2) iniziare con lo spiegare il più chiaramente e semplic...
Seguo di solito questa metodologia di insegnamento: dopo essermi accertato, attraverso un rapido esame, del livello di preparazione dello studente, posso scegliere di 1) chiedere allo studente di parlarmi di quelli che secondo lui sono i suoi problemi e le sue difficoltà con la storia, chiedendogli come vorrebbe essere aiutato a risolverli; 2) iniziare con lo spiegare il più chiaramente e semplicemente possibile la terminologia di base della disciplina (es: “fonte”) e i principali concetti storiografici (es: “feudalesimo”) di uso corrente nei manuali scolastici; 3) illustrare, spiegare e commentare il testo del manuale e/o degli appunti, rispondendo a eventuali domande e dubbi; 4) quando lo studente è già un po' più sicuro, invitarlo a espormi lui i contenuti ascoltati durante la lezione; 5) fornire indicazioni affinché lo studente cerchi da solo in rete significati di parole e fonti di vario tipo (immagini, musiche, testi letterari coevi brevi) pertinenti al periodo studiato; 6) insegnare allo studente a interpretare le fonti iconografiche e scritte citate nel suo manuale di riferimento.
Generalmente i ragazzi oggi non amano la storia: parla di morti, dicono spesso, e i morti non ci sono più. Ma i morti, ahimè, vivono, in quanto hanno generato noi, che conserviamo consciamente o inconsciamente molto del passato. Per esempio, nel nostro linguaggio, sia pure spesso in forma ormai molto alterata, parole che sono a tutt'oggi di uso comunissimo (si pensi ad es. alla parola "orgoglio", di origine germanica affermatasi nel medioevo, la quale ancora oggi esprime un sentimento particolarmente forte e che i Romani e i Greci non conoscevano in termini analoghi. Oppure "mito", per i Greci "narrazione fantastica con valore spesso religioso, di gesta compiute da figure divine o da antenati"; ma per noi "mito" o "mitico" può indicare però persona, cosa, o evento dotato di eccezionali qualità, o di un carattere che lo mette in particolare evidenza e ne fa oggetto di ammirazione. E dunque sarà mia cura, quando se ne presenti il caso e se lo studente se ne mostrerà incuriosito, farlo riflettere sulle differenze che intercorrono tra una certa terminologia così come già era usata nei secoli passati e come invece lui, io, noi, quelli della sua generazione, spesso la usiamo.
Per saperne di più
Vedi meno