Preferisco avere approcci intuitivi e semplici con gli studenti. A mio avviso la conoscenza va stratificata, dunque evito di aggiungere troppi dettagli superflui, a meno che non mi venga esplicitamente richiesto. Tuttavia ritengo sia importante flettere il proprio approccio in funzione del tipo di studente che si ha di fronte: risulterebbe poco produttivo adottare lo stesso metodo con chiunque. A...
Preferisco avere approcci intuitivi e semplici con gli studenti. A mio avviso la conoscenza va stratificata, dunque evito di aggiungere troppi dettagli superflui, a meno che non mi venga esplicitamente richiesto. Tuttavia ritengo sia importante flettere il proprio approccio in funzione del tipo di studente che si ha di fronte: risulterebbe poco produttivo adottare lo stesso metodo con chiunque. Amo fare schemi, illustrare e fare tanti esempi.
Dalla mia esperienza ho appreso che la concentrazione dell'individuo varia molto nel corso della lezione, quindi è mia abitudine fare brevi pause, magari per discutere del più e del meno.
Altro punto importante e l'adozione di una terminologia propria. Spesso ho presenziato a esami in cui i colleghi hanno espresso impropriamente o con molta vaghezza le loro idee, probabilmente a causa della mancanza di un formalismo che dovrebbe essere impartito/assimilato nel corso degli studi. Ahimè la conoscenza in sé non è fruibile se non si hanno i mezzi per metterla in atto, per concretizzarla; il mezzo è ovviamente il linguaggio.
Ultimo punto, ma non meno importante, è lo stabilire un legame. Credo nella memoria empatica, credo nel fatto che ognuno di noi riesca a memorizzare meglio gli elementi che hanno un certo impatto sulla nostra persona: non è un caso che il 90% dei ragazzini ricorda perfettamente intere rose calcistiche...e di più squadre, per altro.
Il resto verrà stabilito in situ.
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