Stefano Bellini

Ho iniziato a studiare pianoforte all'età di 8 anni con un'insegnante privata molto brava e paziente. Non mi ha mai costretto a studiare tanto, né tantomeno forzato a mettermi ore e ore sul pianoforte. Ha lasciato che fossero la passione e il desiderio di comprendere la musica a crescere, piano piano, un passo alla volta. Infatti per tanti anni non ho mai deciso di dedicarci seriamente fatica e sforzo; quando ho iniziato a farlo 6 anni fa, con la decisione di entrare in conservatorio, è stata una scelta completamente mia, cosciente e consapevole. Sarò sempre grato dell'approccio che la mia insegnante ha avuto con me, perché prima di aiutarmi a crescere come pianista e come musicista, mi ha fatto crescere come uomo, mettendomi in mano la fiducia e la responsabilità nel scegliere cosa fare del pianoforte nella mia vita.
In conservatorio, poi, ho trovato un insegnante più rigido e severo. Ciò però è stato positivo per me, perché una volta presa la decisione di dedicare il mio tempo al pianoforte mi mancavano i mezzi per poterlo fare: la costanza, la perseveranza, la pazienza, e così via; mezzi che lui è stato in grado di fornirmi proprio anche grazie alla sua rigidità. Ora posso dire con certezza che so cosa voglia dire studiare pianoforte a livello semiprofessionale/professionale.
Questo doppio approccio all'insegnamento che ho ricevuto nella mia vita costituisce un tesoro prezioso: mi permette di interfacciarmi con studenti a tutti i livelli, con le giuste dosi di comprensività e severità.
Nonostante il mio obiettivo sia quello di diventare performer, ho capito che insegnare è un aspetto fondamentale della musica che non ho intenzione di tralasciare.