Fabio

Non c’è molto da dire, in realtà: quello della scuola, dello studio, del liceo è soltanto, alla fine, un esercizio di vita. Tento di aiutare chi falla in tale ‘esercitazione’ a uscirne più egregio, disinvolto, sicuro e conscio di sé (Gnothi sautón, «conosci te stesso») oltre che munito di mero nozionismo insipido.
Credo fortemente nell’Ars Oratoria, quell’arte di dire le cose che Virginia Woolf tanto adergeva. Mi prefisso di impartirla — o trasmetterne la bellezza, la passione — al mio allievo. In quanto plasmato dalle lettere classiche, non posso non sostenere che lo studio parta prima dalla parola e poi dal resto. Prima di trasmettere nozioni, di far comprendere concetti, regole, costrutti o discorsi punto a farne comprendere il motivo, il senso, il perché. Conoscenza e cultura sono ben diverse per il sottoscritto — non tento di trasmettere conoscenza, ma di ‘colere’ l’animo dello studente, di ‘cultivarne’ la curiosità, facendogli cogliere la bellezza di ciò che stia studiando.
Non a caso si ri-cor-dano le cose che si amano. E ce lo insegnano gli inglesi — learning by heart, così come i francesi — connaître par coeur. Spero di far risvegliare l’animo d’amore nei confronti della sapienza e della curiosità nei confronti di essa.
Sono ovviamente pacato, calmo e perseverante con il corsista. Ho sempre amato, più che insegnare, trasmettere, trasmigrare la mia passione all’altro. Mi auspico di riuscire a farlo con lo studente che sceglierà di studiare col sottoscritto. Sarà un bel viaggio, scommetto.

Post scriptum: è normale che non piaccia il latino; il greco è molto meglio.