Ciao, sono un insegnante di matematica e scienze nella scuola secondaria di primo grado, con un grande entusiasmo per l’insegnamento e una missione chiara: aiutare i ragazzi a imparare davvero, senza paura e senza ansia.
Un metodo chiaro, come Google Maps
Quando inizio a lavorare con un nuovo studente, uso spesso una metafora che funziona sempre: Google Maps.
Si parte da un punto di partenza —...
Ciao, sono un insegnante di matematica e scienze nella scuola secondaria di primo grado, con un grande entusiasmo per l’insegnamento e una missione chiara: aiutare i ragazzi a imparare davvero, senza paura e senza ansia.
Un metodo chiaro, come Google Maps
Quando inizio a lavorare con un nuovo studente, uso spesso una metafora che funziona sempre: Google Maps.
Si parte da un punto di partenza — i prerequisiti, le esperienze, i punti forti e le fragilità — e si individua insieme un punto d’arrivo: gli obiettivi.
Ma come su Google Maps, ci sono tante strade possibili, e durante il percorso può capitare di sbagliare uscita. Niente panico! Ci si ferma, si riflette, si fanno esercizi mirati e si ricalcola la rotta.
Ogni tappa è un’occasione per fare il punto, verificare se stiamo procedendo nel modo giusto e, se necessario, cambiare approccio.
Il mio stile: far ragionare, non imparare a memoria
Credo profondamente che la comprensione venga prima della formula.
Troppo spesso i ragazzi si bloccano davanti a numeri e lettere che sembrano complicatissimi… ma se prima proviamo a farli ragionare con esempi, intuizioni, esperienze reali, spesso trovano da soli la strada giusta. E quando arrivano alla formula… non fa più paura.
Rispetto i tempi di ciascuno, valorizzo le domande e stimolo la curiosità. Non do tutto subito: offro spunti di riflessione, come una guida che accompagna, non che corre davanti.
Problem Solving: una competenza per la vita
Il mio metodo si basa molto sul problem solving: la capacità di affrontare problemi, capire cosa serve per risolverli, organizzare idee e strumenti, e arrivare a una soluzione con logica e buon senso.
Insegnare matematica e scienze significa anche allenare al pensiero critico, all’adattamento, alla flessibilità. Competenze sempre più importanti, in un mondo complesso e in continua trasformazione.
Curiosità, esperienze, connessioni con la realtà
Ogni argomento che affronto con i ragazzi cerco di collegarlo a qualcosa di reale, pratico, vicino alla loro vita: un esperimento, un esempio quotidiano, una curiosità che accenda la miccia del “perché?”. Perché è proprio da lì che nasce la voglia di capire, scoprire e imparare.
In conclusione…
Il mio obiettivo non è “far fare i compiti”, ma far crescere la sicurezza, l’autonomia, il piacere della scoperta.
E concludo con una frase che porto sempre con me:
“Se davvero si vuole conoscere il futuro, non chiedete a un tecnico, a uno scienziato o a un fisico. No! E non chiedete neppure a qualcuno che sta scrivendo il codice software.
Se volete sapere ciò che sarà la società tra 20 anni, chiedete a un insegnante di scuola.”
— Clifford Stoll
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