Giusy Tramparulo

Per insegnare il latino a Giovannino non basta conoscere il latino, bisogna soprattutto conoscere Giovannino”
Questa frase è quella che mi ha accompagnata durante tutto l'arco dei miei studi ed è il concetto che cerco di mettere in pratica ogni volta che faccio lezione. Sì, perché insegnare e studiare non sono azioni meccaniche, programmate o automatiche. Studiare ed insegnare è un circolo di dare e ricevere ed è difficile farlo senza prendere in considerazione i bisogni dell'altra persona: il bisogno di essere spiegato le cose in un determinato modo, il bisogno di visualizzare obiettivi e priorità, il bisogno, semplicemente, di sbagliare senza farne un dramma.
Mi è stato detto e ripetuto fino allo sfinimento, quando ero dall'altra parte della cattedra, che non mi sarei diplomata, figuriamoci laureata, eppure, dodici anni dopo, sono qua.
Non lasciate mai che qualcun altro vi dica ciò che possiate o non possiate fare, tutti avete le capacità di poter imparare e di poter costruire.
Ricordate, non si costruisce tutto insieme, altrimenti il palazzo crolla subito. Ci vogliono delle fondamenta, delle basi da costruire giorno dopo giorno, con fatica, impegno e dedizione. E questo percorso non è esente da errori, non è un percorso lineare e "senza macchie", anzi, si dice che "sbagliando si impara" proprio perché niente più di un errore ci mostra come una cosa dev'essere fatta.
Io, da insegnante, do tutta la mia disponibiità, le mie conoscenze e la mia dedizione, presenza e impegno. Che sia per un esame, per un compito in classe o solo per soddisfare la sete di sapere.
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