Piccola premessa: non si diventa bravi senza impegno e costanza. Seconda premessa: studiare tanto non significa studiare bene.
Io, ad esempio, all'inizio del liceo studiavo tantissimo senza raccogliere nulla. Ero il classico "capace, ma non si applica", perché non riuscivo a trovare empatia con delle lingue che davvero reputavo morte.
Poi, ad un certo punto del mio percorso scolastico, una scin...
Piccola premessa: non si diventa bravi senza impegno e costanza. Seconda premessa: studiare tanto non significa studiare bene.
Io, ad esempio, all'inizio del liceo studiavo tantissimo senza raccogliere nulla. Ero il classico "capace, ma non si applica", perché non riuscivo a trovare empatia con delle lingue che davvero reputavo morte.
Poi, ad un certo punto del mio percorso scolastico, una scintilla, un incontro che mi ha cambiato la vita: non traducevo più per tentare di afferrare il senso di un brano, staccato da tutto il resto, ma cercavo di rifletterci, di analizzare tutto quello che fosse il contesto in cui quel brano fosse stato prodotto.
Questo mi ha permesso di cominciare ad entrare in una logica più profonda delle lingue, scoprendo un amore viscerale nei confronti di quei concetti e di quella cultura di cui si fanno portavoce. In fondo esse sono alla base di tutto quello che siamo e, d'altronde, a chi non batte il cuore quando si raccontano le imprese di Achille o delle invidie degli dei.
Non possiedo metodi geniali, ma dedizione e passione profonda, la stessa che voglio far germogliare nei miei studenti.
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