Negli anni del Liceo è nata la mia passione per la lingua e la civiltà classica; sono stati anni molto fertili e stimolanti, in cui ho incontrato validissimi professori che hanno saputo rendere la mia passione competenza, tanto da permettermi di partecipare alle Olimpiadi Nazionali di Lingue Classiche in rappresentanza della mia regione, l’Abruzzo.
Iscrittomi all’Università ho deciso dedicarmi a...
Negli anni del Liceo è nata la mia passione per la lingua e la civiltà classica; sono stati anni molto fertili e stimolanti, in cui ho incontrato validissimi professori che hanno saputo rendere la mia passione competenza, tanto da permettermi di partecipare alle Olimpiadi Nazionali di Lingue Classiche in rappresentanza della mia regione, l’Abruzzo.
Iscrittomi all’Università ho deciso dedicarmi all’altra grande passione maturata negli anni liceali, la Filosofia, senza però abbandonare le lingue classiche. Negli anni della mia formazione universitaria, infatti, ho iniziato a maturare esperienza nelle lezioni individuali di greco e latino con ragazze e ragazzi del liceo; e, soprattuto, una certa attenzione (certamente frutto degli studi filosofici e dei miei personali interessi di pedagogia speciale) agli aspetti più propriamente metodologici dell’insegnamento delle lingue classiche. Oggi sto muovendo i miei primi passi come professore di Filosofia e storia nei licei, senza però, anche in questo caso, abbandonare il greco e il latino.
Ad oggi propongo lezioni per studentesse e studenti liceali su base MGT (metodo grammaticale-traduttivo) debitamente rimodulato. L’idea è quella di fare perno sulla traduzione, intesa non come semplice applicazione della grammatica, ma come attività pratica, ed in certo senso “creativa” attraverso cui gli studenti, stabilendo un rapporto operativo col testo, possono giungere ad una comprensione attiva della grammatica, del lessico e della cultura greca e latina. Questo approccio “laboratoriale” mi è sembrato, fino ad ora, il più adatto ad integrare ed individualizzare il metodo in uso nelle nostre scuole, valorizzando i diversi stili di apprendimento e la dimensione motivazionale delle studentesse e degli studenti; e mi è sembrato, soprattutto, il più adatto ad una didattica aperta a ragazze e ragazzi con bisogni educativi speciali.
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