Matteo Fortini

Ho un approccio allo studio della lingua molto pratico, non solo attraverso la conoscenza della grammatica e del vocabolario, ma soprattutto attraverso le passioni e gli interessi degli studenti. Sia che esse siano leggere libri, ascoltare musica, guardare film, serie o giocare videogiochi, ogni interesse può essere utile a stimolare un apprendimento più godibile e percepito come meno forzato, o come nella maggior parte dei casi addirittura "DOVUTO". Trovo che una connessione empatica con gli studenti sia alla base per far capire loro l'importanza della padronanza della lingua inglese attraverso i loro interessi, che poi automaticamente li porterà ad avere un interesse più genuino e duraturo nelle loro vite.

Non esiste apprendimento senza interesse, non esiste interesse senza connessione alla vita dello studente.

L'insegnamento non è, e non deve essere, solo un insieme di nozioni che si propongono ai candidati in maniera analitica, ma deve essere un programma che, pur rispettando le linee guida per imparare grammatica, sintassi e vocabolario, affondi le sue radici in qualcosa che metta a suo agio gli studenti, qualcosa che gli sia familiare. A partire dai contesti in cui applicare ciò che si sta imparando, che non siano solo scenari di conversazioni da vacanza o da indicazioni stradali per noi o per un turista, ma che siano anche scenari di conversazioni più frequenti nella vita di ragazzi e adulti che sono affacciati sui social e il mondo delle piattaforme di intrattenimento, più al passo coi tempi.

Le mie convinzioni sono tutte basate su esperienze personali.