Matteo Tedesco

Le mie lezioni sono sempre diverse, perché adatto la metodologia didattica alla persona che mi trovo di fronte; durante la prima lezione, mi sento più un allievo che un insegnante, perché ho il compito di studiare il mio allievo, comprendere il suo livello di partenza e individuare il canale di apprendimento più adatto al fine di ottimizzare il rendimento di ogni lezione. Avendo impartito ripetizioni già per 8 anni, ho avuto molti allievi, tutti diversi tra loro e con canali di apprendimento peculiari. Avere discenti di diverse età e provenienti da scuole di ogni ordine e grado (dalla primaria all'università) mi ha insegnato che non esistono due allievi uguali, e proprio per questo non possono esistere due lezioni uguali. Tutto questo discorso metodologico, ovviamente, non può non essere affiancato e sostenuto da una solida preparazione nelle materie di interesse, che ho provveduto non soltanto a raggiungere nel corso degli studi universitari, ma che ho anche affinato con approfondimenti personali quasi quotidiani, che mi hanno permesso di arrivare a una conoscenza a trecentosessanta gradi delle materie che insegno. Questo, unito ad altri interessi personali che influiscono in maniera trasversale nella mia competenza, mi permette di adottare un approccio multidisciplinare e di ricondurmi, durante le lezioni, a categorie ben note non soltanto a me, ma alla maggior parte dei discenti, con ottimi risultati sul rendimento finale. Questo metodo è efficace soprattutto con il latino, spesso insegnato come un residuo culturale ormai totalmente svincolato dal presente, quando invece potrebbe (e dovrebbe) esservi costantemente ricondotto, al fine di cogliere fino in fondo il messaggio, ancora attuale, che gli antichi hanno voluto trasmetterci.