Mauro

Ho cominciato a dire le mie prime parole in inglese alle elementari. Si trattava di una recita scolastica messa in piedi grazie alla pazienza e alla simpatia di una giovane insegnante londinese di nome Patty e alla lungimiranza della mia scuola. Infatti erano gli anni ‘70 e poche le scuole che facevano il doposcuola pomeridiano, una rarità quelle che introducevano una lingua straniera alle elementari. Per me fu amore a prima vista dettato inconsciamente dalle mia innata curiosità che mi spinse poi a continuare, ad approfondire e a viaggiare. Curiosità che all’università mi spinse verso l’Estremo Oriente: cominciai a studiare il Giapponese, la sua cultura, che fu oggetto poi della mia tesi di Laurea. Nel mentre cominciai a fare qualche lavoretto per potermi pagare i miei viaggi. Andare in Giappone, anche oggi, ha costi ben diversi che recarsi in Uk…
Ma tornando al tema dell’insegnamento vorrei fare una riflessione.
Imparare bene una lingua non è semplice. Le mie diverse esperienze all’estero, di studio e di lavoro, mi hanno insegnato molto di più dei libri o di qualche ora di lezione a settimana. Ma senza libri e lezioni non avrei avuto le basi per farlo. L’inglese ha ormai un ruolo fondamentale nella vita e nel lavoro, persino insostituibile nelle sue espressioni di uso comune. Cominciare a costruirsi una solida base è il primo passo per comunicare con il mondo di oggi.