Immagina un incontro in cui lo spazio è fin da subito accogliente, curato nel silenzio e nella semplicità: la prima cosa che facciamo è fermarci un momento – lasciamo fuori le urgenze, ci sediamo, ascoltiamo il respiro. È qui che inizia la pratica di mindfulness che propongo.
Come si svolge una lezione
1. Arrivare e radicarsi
All’inizio dedichiamo qualche minuto a “sbarcare” nel presente: un brev...
Immagina un incontro in cui lo spazio è fin da subito accogliente, curato nel silenzio e nella semplicità: la prima cosa che facciamo è fermarci un momento – lasciamo fuori le urgenze, ci sediamo, ascoltiamo il respiro. È qui che inizia la pratica di mindfulness che propongo.
Come si svolge una lezione
1. Arrivare e radicarsi
All’inizio dedichiamo qualche minuto a “sbarcare” nel presente: un breve check in corporeo ed emotivo, magari con una scansione del corpo guidata o con due passi lenti in consapevolezza. Questo crea un senso di sicurezza condivisa, fondamentale se siamo in aula scolastica o in reparto ospedaliero, ma utile anche in uno studio individuale o in un’azienda sotto pressione.
2. Pratica formale
Poi conduco una meditazione strutturata – può essere il body scan completo, la meditazione sul respiro, o, con i più piccoli, un esercizio giocoso di “respirare coi colori”. La tecnica viene scelta in base al contesto: a scuola le sessioni sono più brevi e interattive; in azienda lavoriamo spesso su focus ed energia; in ospedale la pratica tende a privilegiare l’ascolto gentile del dolore e della fatica.
3. Condivisione e psico educazione
Dopo la meditazione apriamo uno spazio di dialogo: non è un “commentare la performance”, ma esplorare cosa è stato notato. Nei percorsi di gruppo questa fase è preziosa per creare sostegno reciproco; negli incontri individuali diventa un coaching mirato.
4. Applicazioni pratiche
Chiudiamo sempre con un piccolo “compito” da portare nella vita quotidiana: può essere un’àncora di respiro durante la ricreazione a scuola, una pausa di 3?minuti prima delle riunioni, o un gesto di gentilezza verso se stessi mentre si aspetta un esame clinico. L’intento è intrecciare la mindfulness con le attività reali di ogni giorno.
Metodologia
• Basata su evidenze: integro ricerche neuroscientifiche aggiornate.
• Adattiva: moduliamo durata, linguaggio e ritmo secondo età, cultura organizzativa, stato di salute.
• Esperienziale: più che “insegnare” tecniche, facilito esperienze dirette da cui far nascere comprensioni personali.
• Relazionale: coltiviamo l’ascolto empatico e la comunicazione consapevole, perché la mindfulness non finisce sul cuscino.
• Inclusiva: uso esempi e metafore che parlano sia a chi ha già confidenza con la meditazione sia a chi vi si avvicina per la prima volta.
Contesti in cui opero
• Scuole: laboratori di 45–60?minuti per studenti e momenti di formazione per insegnanti, con focus su attenzione, regolazione emotiva e gestione dello stress da prestazione.
• Centri di volontariato: percorsi per operatori e utenti che aiutano a prevenire il burnout e a trasformare la fatica in cura.
• Ospedali: sessioni bedside o in piccoli gruppi per pazienti, familiari e personale sanitario; lavoriamo su dolore, ansia e compassione verso sé.
• Aziende: programmi da 4 a 8?settimane o retreat intensivi che intrecciano mindfulness, leadership gentile e agilità psicologica.
• Percorsi individuali: incontri di 50?minuti – in studio o online – per chi preferisce un setting privato, con compiti personalizzati e follow up tra una sessione e l’altra.
Cosa porti a casa
• Un repertorio di pratiche semplici da replicare ovunque.
• Strumenti per navigare stress, emozioni difficili e conflitti in modo più lucido.
• Una maggiore connessione mente corpo, che migliora sonno, concentrazione e resilienza.
• Nei gruppi, un senso di comunità fondato su ascolto profondo e rispetto reciproco.
In definitiva, ogni lezione è un piccolo laboratorio di presenza: ci incontriamo, facciamo esperienza diretta del momento presente, lo colleghiamo alle sfide concrete del nostro contesto e ne usciamo con un passo pratico da sperimentare. Così la mindfulness smette di essere un concetto astratto e diventa un’abilità quotidiana, gentile ma potente.
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