La mia annata, quella del '98, è stata una delle prime a diplomarsi in un liceo linguistico che confinava lo studio del latino al solo biennio: al momento della scelta dell'università, le mie conoscenze grammaticali e sintattiche erano dunque blande, se non addirittura inesistenti. Non mi sono tuttavia mai scoraggiato. Contro ogni aspettativa, alla fine i temutissimi esami di latino si sono rivel...
La mia annata, quella del '98, è stata una delle prime a diplomarsi in un liceo linguistico che confinava lo studio del latino al solo biennio: al momento della scelta dell'università, le mie conoscenze grammaticali e sintattiche erano dunque blande, se non addirittura inesistenti. Non mi sono tuttavia mai scoraggiato. Contro ogni aspettativa, alla fine i temutissimi esami di latino si sono rivelati per me un crescendo di soddisfazioni: dal 25 del primo esame, sono passato poi al 28 del secondo e ho concluso il percorso d'abilitazione all'insegnamento del latino con un 30 e lode.
Ritengo quindi d'aver scoperto un percorso didattico capace di condurre all'autonomia. Ed è proprio questa la fiducia che vorrei infondere nei miei allievi: la fiducia, cioè, di potercela fare da soli.
Ma parlando di cose serie. Ho una vita anch'io al di fuori del latino; mi piace molto parlare, conversare e conoscere i miei studenti, soprattutto perché molto spesso scopriamo d'avere passioni in comune: ad esempio, ho la playlist di Spotify intasata di musica rap e trap, adoro gli anime e Netflix in generale, ho un trascorso di circa due anni e mezzo nel calisthenics, che ho rimpiazzato però negli ultimi pesi con la più tranquilla sala pesi (gli anni passano per tutti, i primi acciacchi si fanno sentire anche per me!). Infine, sono piuttosto sensibile, e mi piace rimanere in contatto con gli ex allievi a prescindere dal latino e dalle ripetizioni. Quindi per favore, se deciderete di lavorare con me, non sparite nel nulla. Che sennò ci rimango male.
Allora, che aspettate a fare due chiacchiere con me?
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