Stefano Radin

Sono un uomo curioso, desideroso di conoscenza e che ama lavorare con i ragazzi. Ho imparato ad amare il latino soprattutto in università dove mi è stato mostrato un modo nuovo rispetto alla solita metodologia da liceo: conoscere la lingua e la cultura antica attraverso le storie raccontata dagli autori. Sapere perché viene usata una parola piuttosto che un'altra, perché una determinata forma verbale diventa un modo per capire il loro pensiero. Penso che i ragazzi debbano imparare divertendosi, rimanendo affascinati dalle storie raccontate e che non esiste un'unica traduzione ma che ognuno può rendere suo il testo. La traduzione non deve essere un peso ma un piacere e può essere migliorata, così come la conoscenza delle parole. Attraverso i testi si può poi consolidare sia il lessico che le regole grammaticali, soprattutto attraverso l'analisi logica del testo. Attraverso questa base i ragazzi hanno un testo affidabile e comprensibile nella sua struttura e da qui possono partire anche per una comprensione del testo a prima vista. Sono anche convinto del valore dei ragazzi che seguo e del ruolo dell'empatia: i ragazzi vanno compresi e motivati, non trattati come teste da riempire di informazioni. Solo così si può instaurare un rapporto sano e di crescita sia per me come insegnante che per loro come studenti e come persone sicure di sé e dei propri mezzi. In conclusione mi considero un innovatore rispetto al metodo tradizionale di insegnamento perché metto davanti le persone e il loro desiderio di sapere all'ossessione di perfezionismo di molti insegnanti.