Tiziana Gaudino

Al primo incontro chiedo allo studente qual è l'obiettivo da raggiungere. Esempio recuperare la media o raggiungere la sufficienza in una interrogazione a scuola mentre a livello universitario ovviamente qual è l'esame e all'interno di quale facoltà. Nel primo caso chiedo il programma svolto fino al momento delle ripetizioni mentre nel secondo, se l'esame è già stato tentato, quali sono state le domande e perché non è stato superato. Per esempio per non aver capito la domanda o per non aver saputo rispondere in modo puntuale. Oppure, se è la prima volta che viene affrontato l'esame, se è frequentante o, se non lo è, se è mai andato a sentire le domande durante un appello.
Ogni docente a tutti i livelli scolastici ha dei suoi "must" e /o argomenti prediletti a volte per inclinazione personale altre, preferibilmente, in base all'importanza del singolo argomento. Nella mia esperienza mi sono capitati studenti semplicemente "pigri" mentalmente che dunque andavano coadiuvati perché prendessero il ritmo, ma la maggior parte delle volte si tratta di non aver acquisito un metodo di studio corretto che porta a scoraggiarsi, a non individuare i fondamenti di una materia rispetto agli aspetti secondari con grande spreco di tempo e di energia oltre alla frustrazione di non ottenere il risultato nonostante l' applicazione nello studio. Pertanto, colloquiando con lo studente sul programma di interrogazione o di esame cerco prima di tutto di capire quali sono le sue difficoltà in modo da impostare un tipo di lezione il più efficace possibile. Oltre ad aiutarlo nella comprensione degli argomenti, cerco appunto di aiutarlo anche a capire come affrontarli. La mia soddisfazione maggiore è fornire gli strumenti necessari ai ragazzi per camminare con le proprie gambe. Naturalmente se una specifica materia è ostica purtroppo un aiuto può essere una valida e rapida soluzione senza doversi spaccare la testa e perdere tempo prezioso.