Sono un maestro di Jeet Kune Do original, fondatore della scuola "Jeet Kune Do Napoli", (Per saperne di più, visita i canali social quali Facebook, Instagram e Youtube cercando "Jeet Kune Do Napoli") ed insegno sia privatamente che in struttura questa disciplina. Impartisco inoltre corsi di difesa personale reale e, per gli appassionati di nunchaku, impartisco l'uso di questa antica arma bianca o...
Sono un maestro di Jeet Kune Do original, fondatore della scuola "Jeet Kune Do Napoli", (Per saperne di più, visita i canali social quali Facebook, Instagram e Youtube cercando "Jeet Kune Do Napoli") ed insegno sia privatamente che in struttura questa disciplina. Impartisco inoltre corsi di difesa personale reale e, per gli appassionati di nunchaku, impartisco l'uso di questa antica arma bianca orientale. Il Jeet Kune Do (la via dell'intercettazione del colpo) è un sistema di combattimento ideato da Bruce Lee negli anni 60, in cui il sifu partendo dal Wing Chun, analizzò, attinse e sintetizzò tecniche di Pugilato, Scherma, Taekwondo, Ju Jitsu, Muay Thai, Kendo, Karate, Silat, Tai Chi, Aikido, Panantukan e altri stili di Kung Fu. A differenza delle altre compagini classiche, nel JKD di Bruce Lee nasce l'idea che debba essere l'arte marziale ad adattarsi al lottatore e non viceversa, col fine ultimo di potersi confrontare in ogni situazione, senza avere «nessuna via come via e nessun limite come limite». Una volta padroneggiate le tecniche il lottatore può liberarsi di tutto ciò che non gli è essenziale, esprimendo così la sua idea di combattimento, priva di limiti e di schemi indotti. Il JKD ambisce ad adeguarsi ad ogni avversario e in qualsiasi contesto ambientale. Il JKD prevede l'economia di movimenti, strategie di lotta e un imprescindibile ed intenso allenamento fisico.
Insegnare una disciplina marziale a volte può essere più complicato che apprenderla. Occorre disciplina e sacrificio, cosa che non sempre gli allievi sono disposti ad ottemperare. Va da sé che un insegnante debba dirigere la lezione con rigore ed armonia, in maniera tale che la lezione stessa non subisca rallentamenti o distrazioni. A tal proposito ritengo di essere un maestro severo quanto basta, che pretende il massimo impegno e dedizione, puntualità, spirito di sacrificio ed applicazione costante, poiché solo attraverso ciò si possono raggiungere gli obiettivi prefissati.
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