Sono educatrice musicale e cantante professionista, pedagogista e dottoressa in scienze e tecniche psicologiche, master in didattica musicale, operatrice InCanto prenatale I.P., con oltre 20 anni di esperienza.
I corsi hanno l'obiettivo di avvicinare i bambini alla musica, agli strumenti e al canto, all'interno di una cornice metodologica che ritiene l'intelligenza musicale innata e che permette...
Sono educatrice musicale e cantante professionista, pedagogista e dottoressa in scienze e tecniche psicologiche, master in didattica musicale, operatrice InCanto prenatale I.P., con oltre 20 anni di esperienza.
I corsi hanno l'obiettivo di avvicinare i bambini alla musica, agli strumenti e al canto, all'interno di una cornice metodologica che ritiene l'intelligenza musicale innata e che permette lo sviluppo dell'orecchio musicale ma non solo. Vengono coinvolte diverse competenze, sulla base delle teorie di Gardner sulle intelligenze multiple, quali l'intelligenza interpersonale, la gestione delle emozioni e del proprio sé e dello sviluppo dell'intelligenza intrapersonale, la capacità logico-matematica, la coordinazione, la capacità linguistica grazie al canto, l'intelligenza visivo-spaziale attraverso l'immaginazione attiva. I bambini quindi, apprenderanno i concetti elementari della musica attraverso il gioco, la voce e il movimento, e avvicinandosi agli strumenti, dapprima piccole percussioni, fino al piano o all'ukulele, in modo semplice e diretto.
La musica è uno dei linguaggi con qui i bambini entrano in contatto fin da piccolissimi, già dal grembo materno. L’obiettivo di questo corso è di sviluppare un percorso di educazione all’ascolto ma sopratutto di stimolare la libertà espressiva dei più piccoli, attraverso il movimento, il canto e il suono.
Il percorso si basa sull’elaborazione delle teorie pedagogiche di: Emile J. Dalcroze, illustre esponente delle nuove teorie pedagogiche sull’educazione musicale e il suo pensiero sulla facilitazione dell’apprendimento musicale attraverso l’uso del corpo, del movimento e dell’ascolto attivo, che forma coscienza e migliora la percezione; Maria Montessori, che concepiva il movimento come essenziale e centrale per l’educazione; Edwin E. Gordon e la sua Music Learning Theory, secondo la quale la musica può essere appresa attraverso gli stessi meccanismi del linguaggio: come un bambino apprende la lingua, perché immerso in un contesto di parlanti, così apprenderà la musica se circondato da un ambiente musicale. Le ricerche di Gordon dimostrano infatti che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita, ma sono poi la qualità dell’ambiente e delle proposte finalizzate all’apprendimento della musica a influenzare il pensiero musicale del bambino; Carl Orff e la sua linea pedagogica, che nasce dal corpo e dai gesti (body percussion), dal suono vocale prima che dal canto, dall’uso di una strumentazione didattica di approccio immediato, ideato a misura di bambino, seguendo l’approccio “rovesciato” del non imparare la musica per poterla fare, ma fare musica per impararla. In questa metodologia si include in ogni percorso la più ampia possibile partecipazione creativa del bambino e del gruppo, così che il prodotto finale venga sentito come qualcosa di proprio, e che lascia spazio all’interpretazione e all’elaborazione soggettiva dell’educatore e alla personalizzazione dei percorsi.
L’insegnante diventa quindi un facilitatore dell’apprendimento musicale, nel rispetto dei tempi e dei bisogni del bambino, all’interno di una comunicazione affettiva.
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