Fabrizio Lusani Lusani

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Quando è caduto l'impero romano?
Giacomo | Lezioni di Storia
Ciao, la tua può sembrare una domanda semplice, ma in realtà non è così. I libri di storia indicano come data il 476 d.C., anno in cui Odoacre, re degli Eruli e generale al servizio dell'imperatore romano d'Occidente Romolo Augustolo, depose quest'ultimo e mandò a Costantinopoli, capitale dell'Impero Romano d'Oriente, le insegne imperiali, chiedendo per sé il titolo di patrizio romano e divenendo di fatto il primo re di origine barbarica a regnare in Italia. Tuttavia l'Impero Romano d'Oriente continuò ad esistere fino al 1453, quando Costantinopoli fu conquistata dai Turchi Ottomani guidati dal sultano Maometto II. Inoltre si possono individuare altre due date particolarmente significative: il 395 e il 313. Nel 395, alla morte dell'imperatore Teodosio, l'Impero Romano venne spartito tra i due figli e non sarebbe mai più stato riunificato: la parte orientale fu affidata al maggiore, Arcadio, invece quella occidentale al minore, Onorio. Prima ancora, nel 313 l'imperatore Costantino, con l'editto di Milano, aveva concesso ai cristiani la libertà di professare la loro fede dando inizio alla trasformazione che avrebbe portato l'Impero Romano pagano a divenire in breve tempo un impero cristiano (un cambiamento veramente importante!). In conclusione, quella di Roma fu una caduta senza rumore (come disse il celebre storico Momigliano) in quanto coloro che vissero nel 476 non notarono un cambiamento così eclatante, poiché già da tempo generali di origine barbarica, che inizialmente avevano servito nell'esercito romano come mercenari, detenevano di fatto il potere in Occidente.
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Come si scrive un po, un pò o un po'?
Sandra | Lezioni di Italiano
Buongiorno, si scrive un po', con l'apostrofo, perché deriva da poco, di cui di fatto è la forma abbreviata
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Cosa sono le figure retoriche?
Sandra | Lezioni di Italiano
Ciao Le figure retoriche sono dei modi di esprimere un concetto che rispetto ad una formulazione semplice rendono il testo più vivace. Per esempio, al posto di scrivere "Luca è furbo" puoi scrivere: - Luca è furbo come una volpe (similitudine) - Luca è una volpe (metafora) La similitudine e la metafora sono due tipi di figure retoriche: la prima chiarisce la caratteristica di Luca aggiungendo un elemento di paragone (una volpe) che è celebre proprio per quella caratteristica; la seconda invece accosta semplicemente Luca alla volpe e lascia al lettore intuire la caratteristica (tutti sanno che le volpi sono furbe). Altre figure retoriche comuni sono: - sineddoche: usare la parte per il tutto o viceversa (es. a cena avremo 4 bocche in più = avremo 4 persone in più) - ossimoro: accostare due elementi opposti (ghiaccio bollente) - sinestesia: accostare parole legate a sensi diversi (parole calde = udito + tatto) - eufemismo: esprimere qualcosa in maniera edulcorata e più delicata (indumento intimo = mutande) - litote: affermare una cosa negando il contrario (luca non è per nulla brutto = luca è bello) Una particolare categoria di figure retoriche è chiamata figure di parola. Queste figure giocano con i suoni delle parole, ad es.: - rima (posa - rosa) - allitterazione: ripetizione di uno stesso suono in parole vicine (fallo con la palla (L)) Per qualsiasi dubbio consulta il sito della Treccani, è ricco di informazioni e molto chiaro.
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Come si scrive un po, un pò o un po'?
Sandra | Lezioni di Italiano
Buongiorno, si scrive un po', con l'apostrofo, perché deriva da poco, di cui di fatto è la forma abbreviata
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Cosa sono le figure retoriche?
Sandra | Lezioni di Italiano
Ciao Le figure retoriche sono dei modi di esprimere un concetto che rispetto ad una formulazione semplice rendono il testo più vivace. Per esempio, al posto di scrivere "Luca è furbo" puoi scrivere: - Luca è furbo come una volpe (similitudine) - Luca è una volpe (metafora) La similitudine e la metafora sono due tipi di figure retoriche: la prima chiarisce la caratteristica di Luca aggiungendo un elemento di paragone (una volpe) che è celebre proprio per quella caratteristica; la seconda invece accosta semplicemente Luca alla volpe e lascia al lettore intuire la caratteristica (tutti sanno che le volpi sono furbe). Altre figure retoriche comuni sono: - sineddoche: usare la parte per il tutto o viceversa (es. a cena avremo 4 bocche in più = avremo 4 persone in più) - ossimoro: accostare due elementi opposti (ghiaccio bollente) - sinestesia: accostare parole legate a sensi diversi (parole calde = udito + tatto) - eufemismo: esprimere qualcosa in maniera edulcorata e più delicata (indumento intimo = mutande) - litote: affermare una cosa negando il contrario (luca non è per nulla brutto = luca è bello) Una particolare categoria di figure retoriche è chiamata figure di parola. Queste figure giocano con i suoni delle parole, ad es.: - rima (posa - rosa) - allitterazione: ripetizione di uno stesso suono in parole vicine (fallo con la palla (L)) Per qualsiasi dubbio consulta il sito della Treccani, è ricco di informazioni e molto chiaro.
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