Sergio

Ho frequentato il liceo classico con passione, maturando contemporaneamente un profondo interesse per la gnoseologia, l'epistemologia e la filosofia della scienza, che negli ultimi anni si è tradotto in viva attenzione verso le materie scientifiche.
Due anni fa mi sono iscritto alla facoltà di Fisica, all'università Bicocca di Milano, convinto che una solida formazione scientifica mi avrebbe consentito di coltivare più rigorosamente gli interessi filosofici. Tutt'ora credo nella bontà di questa scelta.

In matematica trovo fondamentale favorire la piena comprensione dell'argomento mediante la visualizzazione dei risultati. L'associazione di un significato grafico ad ogni simbolo, espressione, enunciato è uno strumento formidabile per lo sviluppo del pensiero matematico e costituisce un valido antidoto al "mare di insensatezze" che origina da uno studio puramente mnemonico dei concetti matematici.

In fisica ritengo che le maggiori difficoltà derivino spesso dalla confusione tra risultato sperimentale e deduzione matematica. E' facile, se si pratica e studia la fisica sui libri, convincersi che qualche nozione fisica sia stata prodotta da un genio seduto sulla sua poltrona tramite la pura speculazione logica, e dimenticare il rimando al dato empirico. Ciò è favorito naturalmente dal vastissimo impiego che la matematica trova in questa disciplina. Tuttavia si tratta di un errore che conduce a gravi fraintendimenti, e che quando viene riconosciuto, illumina moltissimi concetti oscuri. Fortunatamente, credo che gli interessi cui ho accennato sopra mi abbiano immunizzato da questi equivoci. Il mio massimo proposito è di trasmettere lo stesso spirito critico all'allievo.

Gli esercizi sono centrali nella lezione: essi sono il vero terreno di prova della comprensione. Le difficoltà incontrate diventato pretesto per tornare sulle nozioni teoriche.