Elisabetta Forlani

Ho iniziato ad interessarmi di Mindfulness nel 2018, dapprima a livello puramente intellettuale, leggendo un testo di neuroscienze, per poi rendermi conto, con l'esperienza, che la conoscenza intellettuale di questo "argomento" non è sufficiente a cambiarti la vita.
Posso "capire" come funziona il nostro cervello e come tutto ciò che viviamo sia filtrato e interpretato dai nostri personalissimi "occhiali" senza che ce ne rendiamo conto, ma solo la pratica costante e paziente consente gradualmente di scoprire un nuovo modo di vivere.
Mindfulness non è qualcosa da "fare", è piuttosto nella dimensione dell'essere, dell'incontrarsi continuamente, dell'imparare ad essere gentili con sè stessi, dell'accompagnarsi a navigare le onde quotidiane.
E' una frase nota, ma per nulla scontata: non possiamo controllare ciò che accade, ma possiamo scegliere come rispondervi, se sappiamo ascoltarci.
Così, prima per curiosità, poi per sostenermi nell'attraversare le mie stesse difficoltà, ho iniziato il cammino formativo come insegnante mindfulness, che è stato ed è tutt'ora, costantemente, un cammino verso me stessa.
A differenza di tutte le altre materie, Mindfulness non si può "studiare", si "pratica" soltanto, è esperienza diretta.
Dico spesso che da quando ho iniziato il mio viaggio verso la consapevolezza, è come se la vita avesse acquistato una dimensione in più; prima vivevo, come si dice, con il "pilota automatico", reagendo senza nemmeno accorgermene agli eventi della vita, alle persone, ritrovandomi incastrata in dialoghi mentali o in emozioni dolorose; con la consapevolezza le difficoltà non scompaiono ovviamente, ma si apre uno spazio di scelta, si può scegliere se alimentare o meno determinati tipi di pensieri, ci si allena ad attraversare i momenti intensi, si allena l'ascolto di sè e dell'altro migliorando la comunicazione.
E' un modo nuovo di vivere.
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