Il soggetto partitivo è quello introdotto dall'articolo partitivo che ha la stessa forma della preposizione articolata del, della , dello, dei, delle, degli. Indica che del soggetto si considera una quantità parziale, per cui si riconosce sostituendo all'articolo partitivo un po' se è singolare, alcuni, alcune se è plurale: Dal camino esce del fumo Dal camino esce un po' di fumo Ha anche una sfumatura indefinita, per cui l'articolo partitivo plurale funziona come una "specie" di plurale dell'articolo indeterminativo, che nella nostra lingua manca: Un cane abbaia Dei cani abbaiano

Prima di tutto in un periodo occorre che individui la frase principale attraverso il predicato verbale che è sempre di modo finito. Le altre frasi possono essere o coordinate alla principale, o subordinate. Le coordinate aggiungono un'informazione allo stesso livello e sono collegate o con un semplice segno di interpunzione (virgola, punto e virgola...) o con una congiunzione coordinante (in ogni grammatica ne trovi l'elenco). Le subordinate, possono avere un modo finito o indefinito: se sono di modo finito sono introdotte da congiunzioni subordinanti (anche in questo caso ne trovi l'elenco su qualsiasi grammatica) , se sono di modo indefinito sei certa che si tratta di subordinate, perché non possono reggersi da sole. Ovviamente anche le subordinate possono avere altre frasi subordinate che dipendono da loro o delle coordinate, ma le riconosci con lo stesso criterio di prima, soprattutto dalle congiunzioni che le introducono.

In analisi logica si chiamano "attributi" quelli che nell'analisi grammaticale sono classificati come "aggettivi" e sono uniti a un nome, con cui concordano in genere (maschile se il nome è maschile, femminile se il nome è femminile) e numero (singolare se il nome è singolare, plurale se il nome è plurale). Quando un nome viene usato per esprimere un complemento, se è accompagnato da un aggettivo, normalmente viene analizzato così: si indica il tipo di complemento e si aggiunge "con attributo" o "più attributo). Esempio: Faccio una bella passeggiata con il mio amico. "una bella passeggiata" = complemento oggetto più attributo [bella è aggettivo qualificativo di passeggiata, quindi lo analizzo come attributo] "con il mio amico" = complemento di compagnia più attributo [mio è aggettivo possessivo di amico, quindi lo analizzo come attributo] Nota bene: gli aggettivi possono essere più di uno; in tal caso scriverò "con due... tre... attributi" Esempio Faccio una bella passeggiata con i miei due nuovi amici "con i miei due nuovi amici" = complemento di compagnia con tre attributi [miei è aggettivo possessivo, due è aggettivo numerale, nuovi è aggettivo qualificativo : sono tutti collegati al nome amici, quindi sono analizzati come attributi]

In analisi logica si chiamano "attributi" quelli che nell'analisi grammaticale sono classificati come "aggettivi" e sono uniti a un nome, con cui concordano in genere (maschile se il nome è maschile, femminile se il nome è femminile) e numero (singolare se il nome è singolare, plurale se il nome è plurale). Quando un nome viene usato per esprimere un complemento, se è accompagnato da un aggettivo, normalmente viene analizzato così: si indica il tipo di complemento e si aggiunge "con attributo" o "più attributo). Esempio: Faccio una bella passeggiata con il mio amico. "una bella passeggiata" = complemento oggetto più attributo [bella è aggettivo qualificativo di passeggiata, quindi lo analizzo come attributo] "con il mio amico" = complemento di compagnia più attributo [mio è aggettivo possessivo di amico, quindi lo analizzo come attributo] Nota bene: gli aggettivi possono essere più di uno; in tal caso scriverò "con due... tre... attributi" Esempio Faccio una bella passeggiata con i miei due nuovi amici "con i miei due nuovi amici" = complemento di compagnia con tre attributi [miei è aggettivo possessivo, due è aggettivo numerale, nuovi è aggettivo qualificativo : sono tutti collegati al nome amici, quindi sono analizzati come attributi]

Prima di tutto in un periodo occorre che individui la frase principale attraverso il predicato verbale che è sempre di modo finito. Le altre frasi possono essere o coordinate alla principale, o subordinate. Le coordinate aggiungono un'informazione allo stesso livello e sono collegate o con un semplice segno di interpunzione (virgola, punto e virgola...) o con una congiunzione coordinante (in ogni grammatica ne trovi l'elenco). Le subordinate, possono avere un modo finito o indefinito: se sono di modo finito sono introdotte da congiunzioni subordinanti (anche in questo caso ne trovi l'elenco su qualsiasi grammatica) , se sono di modo indefinito sei certa che si tratta di subordinate, perché non possono reggersi da sole. Ovviamente anche le subordinate possono avere altre frasi subordinate che dipendono da loro o delle coordinate, ma le riconosci con lo stesso criterio di prima, soprattutto dalle congiunzioni che le introducono.