Come si traduce il participio presente in latino?

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Aiuto! come si deve tradurre il participio presente in latino?
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Christian Casinelli
Insegnante Top
Il participio presente in latino si traduce con: - gerundio semplice se il participio si trova al nominativo - con una proposizione relativa se si trova in un altro caso
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Se è al nominativo traducilo 1 colgerundio presente italiano : combattendo , salendo , amando 2. Tutti gli altri casi con una subordinata relativa: ( con, colei ) che combatte , ( Coloro ) che combattono, se è plurale O con il participio presente italiano : il combattente , gli amanti
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Angelo carta
Insegnante Top
Salve Il participio latino, e nella fattispecie il presente, può avere 2 valori grammaticali: 1) valore nominale, quando funge da nome o da attributo. esso va tradotto col participio presente italiano o una prop. relativa; es. amantes semper locis secretis congrediuntur gli amanti / coloro che si amano si incontrano sempre in l uoghi segreti. 2) valore congiunto, quando invece funge da prop. subordinata di vario tipo, perlopiù temporale o causale, ma non solo, in rapporto di contemporaneità con la reggente. Va tradotto con un gerundio o con una subordinata esplicita; es. Iuvenes ad scolam euntes Socratem nanciscuntur I giovani andando a scuola / mentre andavano a scuola, incontrarono Socrate.
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In latino, il participio presente si forma aggiungendo il suffisso "-ns" al tema verbale. Il participio presente è quindi un aggettivo verbale che esprime un'azione contemporanea al tempo della frase principale. Per esempio, il verbo "amare" (amare) ha il tema "am-" e il participio presente si forma aggiungendo "-ns", diventando "amans", che significa "amante" o "colui che ama". Un altro esempio è il verbo "ducere" (condurre), il cui participio presente è "ducens", che significa "condurre" o "guidare". Il participio presente può essere usato come aggettivo per descrivere un soggetto o come sostantivo per indicare una persona o una cosa che compie l'azione espressa dal verbo. Inoltre, il participio presente viene spesso utilizzato per formare le frasi partecipiali, che possono fungere da aggettivi o avverbi nelle frasi principali.
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come un nome/agg terza decl.
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Massimo Panza
Insegnante Top
La risposta immediata è - come sempre - "dipende". Sta di fatto, comunque, che il participio presente - come variante del participio: il discorso vale anche per perfetto e futuro - ha un nome parlante. Questo modo indefinito... "partecipa", infatti - lo dice il nome - della natura dell'aggettivo e del verbo. Si tratta, insomma, di un aggettivo verbale. Come tale, dipende sempre da un sostantivo o da un pronome con cui è concordato in genere, numero e caso. Quando il suo valore verbale è più spiccato di quello aggettivale, il participio presente vale come verbo di una subordinata implicita, spesso traducibile in italiano con un gerundio: "Tibi salutem dico subridens" = "ti saluto sorridendo". Quel nostro gerundio può avere valore temporale, causale, concessivo ecc. in base al contesto e al senso del variabile uso latino – se, nel tradurre, passo, però, a "mentre sorrido", "poiché sorrido", "sebbene io sorrida", passo da una subordinata implicita a una esplicita. La prevalenza del valore verbale su quello aggettivale (e vicerversa) emerge benissimo nell'ablativo assoluto: "Haec acciderunt potenti Caesare regante" = "Questi fatti accaddero regnando il potente Cesare (cioè: mentre regnava il potente Cesare)". La desinenza -i di "potenti" mi dice che, là, il valore prevalente è aggettivale; la desinenza e- di "regnante" mi dice che, lì, il valore prevalente è verbale. Cfr., anche, "te video venientem" = "ti vedo arrivare (= "mentre arrivi") - cfr. l'uso di -ing in inglese: "I see you coming".
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