Le ripetizioni sono un aiuto extra da parte di un esperto per chi ha bisogno di una mano con lo studio 📚. Le lezioni private servono a colmare le lacune lasciate dalla scuola o dall’università, permettendo agli studenti di migliorare i voti e seguire il programma con più facilità e sicurezza.
Come dare ripetizioni e mettersi in regola
Dare ripetizioni è un lavoro che richiede grande empatia, capacità di ascolto e organizzazione, nonché una profonda conoscenza della materia che si andrà ad insegnare. Per fare le cose alla luce del sole e non temere brutte sorprese a livello di accertamenti fiscali, bisogna però sapere come gestire le lezioni, le regole da rispettare e gli adempimenti.
Vediamo insieme come fare per essere in regola dando ripetizioni.
Partiamo da una prima domanda fondamentale. Dare ripetizioni online o in persona è legale? Sì! Il cosiddetto “doposcuola” non è vietato dalla legge, ma è soggetto ad alcune condizioni: per iniziare, chi è già insegnante non può fare ripetizioni ai propri alunni e, nel caso decidesse di farlo, dovrebbe avvisare il dirigente scolastico.
Bisogna, inoltre, prendere altri accorgimenti:
Tutte queste regole chiaramente valgono quando l’attività di doposcuola diventa periodica e di tipo professionale. La singola lezione, specie se eseguita gratuitamente, non è soggetta ad alcun vincolo se non ovviamente a quello riguardante la tutela della sicurezza degli alunni.
Per regolarizzare la propria situazione e sapere di poter tranquillamente dare ripetizioni private a Torino o in qualsiasi altra città d’Italia, esistono più modi, e se ne deve scegliere uno in base alle circostanze in cui ci troviamo.
Nel caso in cui si dovessero dare ripetizioni in modo saltuario e non si dovessero superare i 5.000 euro di guadagno annui, quello di dare ripetizioni può rientrare nella categoria dei lavori autonomi occasionali. Attenzione però: l’insegnante dovrà rilasciare una ricevuta al momento del pagamento. Se a pagare è lo studente, non essendo sostituto d’imposta, non vi è IVA né ritenuta d’acconto. Se la cifra supera i 77,47€ sarà necessario apporvi una marca da bollo. Il guadagno andrà dichiarato in “Altri redditi” nel modello 730.
Qualora il compenso delle ripetizioni superi la soglia dei 5.000 euro invece bisognerà aprire Partita IVA. Se siete in possesso di determinati requisiti, per i primi 5 anni sarà possibile adottare il regime forfettario, che prevede una tassazione del 5% e che diventerà del 15% negli anni successivi. Per questo tipo di operazioni è sempre bene rivolgersi ad un esperto del settore che saprà guidarci in maniera più professionale, come un commercialista.
Oltre ai casi descritti sopra, esisterebbe anche una flat tax per i docenti di ruolo che intendono dare ripetizioni private. In questo caso non sarebbe necessaria l’apertura di Partita IVA, e verrebbe applicato il 15% di tassazione sui guadagni derivanti dal lavoro di insegnante privato.
Il docente, tuttavia, può optare per l’applicazione dell’ordinaria imposta. Come funziona? Viene comunicata con la dichiarazione dei redditi relativa all’anno d’imposta cui si riferisce la scelta operata. In entrambi i casi i compensi vanno dichiarati, nuovamente, nel 730 nel quadro D oppure nel quadro RL del modello Unico.
Sono esclusi dalla flat tax i docenti di scuola statale non titolari di cattedra, ovvero coloro che hanno solo incarichi di supplenza. È escluso anche chi non svolge attività di insegnamento nelle scuole: un esempio può essere un musicista che organizza dei corsi per insegnare a suonare uno strumento ai giovanissimi e introdurli al suo uso.
Una volta che ti sei accertato su come avere tutte le carte in regola, nel caso in cui volessi diventare un insegnante privato, Letuelezioni è decisamente il posto giusto. Volendo, potresti dare ripetizioni di inglese a Milano, Bari, Roma, o in qualsiasi città tu sia, in quanto vi è la possibilità di erogare lezioni online o a domicilio.
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