Riccardo Aldrighi

Ognuno ha il proprio modo di apprendere una lingua. Molti leggono senza sosta, molti ascoltano musica o film. Tuttavia, pochissimi applicano le conoscenze apprese per espandere i contesti di utilizzo di una nuova forma grammaticale o, più semplicemente, di una nuova parola.
Un uso passivo della lingua come quello di chi legge o ascolta permette di memorizzare termini e pronunce, ma non è lontanamente sufficiente affinché lo studente sia in grado di comunicare: per esempio, lo studente può conoscere il significato di un verbo e come si coniuga, ma l'utilizzo di quel verbo non richiede solamente la conoscenza mnemonica del suo significato e del suo comportamento in una frase. Quindi, un approccio efficace deve essere basato sull’uso attivo della lingua in forma orale e scritta.
Aumentare le possibilità di contatto con la lingua è solo il primo passo, ma non è in grado di consentire un utilizzo completo e consapevole della stessa.
Per quanto la grammatica e gli esercizi siano utili, infatti, il nuovo concetto deve essere manipolato e utilizzato il prima possibile in forma scritta o in forma orale affinché sia fissato e reso fruibile senza ritardi nell’esposizione o incomprensioni al momento del bisogno.
Durante una lezione ideale, la nozione grammaticale o lessicale deve essere presentata o riproposta, applicata con esercizi mirati alla sua assimilazione e in seguito ricontestualizzata all'interno di un discorso più ampio. Questo è indispensabile per rendere attiva una nuova conoscenza passiva.
Successivamente, lo studente è tenuto a svolgere esercizi in autonomia per verificare le proprie conoscenze e fissare ulteriormente il concetto.