Come si coniugano i verbi nella terza coniugazione in latino?

Se parliamo del paradigma completo, non c'è un criterio unitario di comportamento. Esistono verbi della terza coniugazione che presentano 1) il perfetto così detto "sigmatico" (per esempio: duco, ducis, duxi, ductum ducere; pingo, pingis, pinxi, pictum, pingere; tego, tegis, texi, tectum, tegere ecc.); 2) il perfetto apofonico con allungamento della vocale radicale (es.: ago, agis, ēgi, actum, agere; facio, facis, fēci, factum, facere; capio, capis, cēpi, captum, capere); 3) il perfetto con modifica radicale e/o perdita di un suffisso nasale in -n (es: cerno, cernis, crēvi, crētum, cernere ecc.); 4) il perfetto raddoppiato (es.: pello, pellis, pepuli, pulsum, pellere; cado, cadis, cecidi, cadere; cano, canis, cecini, cantum, canere ecc.) - questi ultimi, spesso, nei verbi composti con un prefisso perdono il raddoppiamento. Si riscontrano anche altri tipi di perfetto. Ciò che è tipico è che la loro continuzione in italiano è bene attestata a differenza della maggior parte delle altre lingue romanze, che tendono a preferire i frequentativi sorti dalla radice del supino e attribuiti alla prima coniugazione. Sistematico è l'oscuramento della /ĕ/ breve in /ĭ/ come vocale tematica dell'indicativo presente e la sovrapposizione alla prima persona singolare tra congiuntivo presente e futuro semplice - cfr. 'vincam' = "che io vinca"/"vincerò"), riscontrabile in forma simile nella quarta coniugazione: 'dormiam' = "che io dorma"/"dormirò". Sul piano del vocalismo, le altre persone della coniugazione si distinguono invece per l'uso di /e/ al futuro e il mantenimento della /a/ al congiuntivo (es: 'vinces' = "vincerai" vs 'vincas' = 'che tu vinca' - cfr. la IV coniugazione: 'dormiet' = "dormirà" vs 'dormiat' = "che dorma".