Sembrerebbe quasi una domanda sciocca con una risposta ovvia: "perché la sera siamo dalla parte del mondo non illuminata dal sole". E sarebbe anche corretta. Ma sbaglio o il sole non è l'unica stella che osserviamo nell'universo?
Ok, quindi perché la sera, nonostante le infinite stelle nell'universo, ciò che vediamo è un cielo completamente nero? Dov'è finita la luce di tutte quelle stelle?
Innanzitutto quando osserviamo lo spazio, infinito, non dobbiamo dimenticarci che stiamo guardando NEL PASSATO.
La luce delle stelle nate, e magari anche "morte", milioni, se non miliardi di anni fa, impiega un certo lasso di tempo per arrivare a noi. O meglio ai nostri occhi.
I nostri occhi sono in grado di osservare solo una piccolissima parte dello spettro elettromagnetico (Di cui fa parte, appunto, la luce), chiamato "spettro visibile".
Quello che succede è che la luce emanata da queste stelle lontane milioni di anni luce da noi subisce il fenomeno RED-SHIFT.
Questo fenomeno afferma che la luce emessa da un oggetto in allontanamento ha una lunghezza d'onda maggiore rispetto a quella che aveva all'emissione.
E cosa succede se questa luce, quindi ONDE elettromagnetiche, superano la lunghezza dello spettro visibile?
Esatto, diventano INVISIBILI ai nostri occhi.
Quindi non possiamo vederla, questa luce, ma possiamo riceverla attraverso onde elettromagnetiche a bassa frequenza e ad alta lunghezza d'onda.
Questo segnale, invisibile, che arriva a noi prende il nome di "Radiazione Cosmica di Fondo".
La soluzione al paradosso del "cielo scuro" con l'idea che le stelle non esistessero da sempre ma che sono nate in un tempo a noi lontanamente ignoto non fu pensata da nessun fisico, astrofisico o scienziato. Ma da uno scrittore che la menzionò in un suo saggio del 1848, poco prima di morire.