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Dare lezioni di inglese ai bambini sembra facile...

Dare lezioni di inglese per bambini (ma anche insegnare altre lingue), sembra facile… Ma non lo è! I piccoli (e parliamo di bambini dai 4 ai 6-7 anni) sono come delle piccole spugne: a differenza dell’adulto (io insegno inglese) che ti fa mille domande (sempre se interessato...) ed ha bisogno di capire come si colloca la nuova parola che significa in quali contesti si usa. Insomma deve razionalizzare ciò che razionale non è, cercare di rendere la lingua un esercizio di matematica dove tutto corrisponde, i bimbi dicevo non si fanno tante domande.

Vuoi insegnare?

Il bimbo ripete (con estrema precisione della pronuncia)  ciò che l’insegnante dice.  Associa una serie di suoni a una cosa o una azione molto naturalmente come ha fatto per imparare la sua lingua madre. Ripetere e associare le parole a video disegni giochi in cui una parola appare regolarmente, fare quiz per ripassare giochi per ripetere e via di seguito.

Il bambino non ha inibizioni, non vuole mantenere prestigio per cui parla comunque incurante degli errori, al contrario dell’adulto che ha comunque il senso della reputazione e inibizioni, la paura di fare la cosiddetta brutta figura!

Perciò il bambino si butta e impara di più. E sarà splendido per voi avere la soddisfazione dei loro progressi grandi o piccoli che siano.

Ma l’adulto in una cosa ha un grande vantaggio rispetto al piccolino: la motivazione!

Che sia per studio (devo imparare altrimenti non prendo il diploma, devo studiare questa estate, mi bocciano) o per lavoro (non capisco nulla nelle conference calls se parla un madrelingua, non riesco a scrivere email decenti, qualcuno che parla inglese meglio di me mi soffierà la promozione perché sa spiegare meglio le sue idee innovative) o per passione, per viaggiare, l’adulto sa esattamente quali sono i suoi obiettivi.

Il bambino ha come obiettivo vincere nei giochi (i bambini sono naturalmente competitivi, l’insegnante deve sfruttare questo per usarlo in termini didattici) o fare buona impressione sugli altri, o fare una danza divertente, l’uso dell’inglese non è quindi al centro dei suoi interessi bisogna portarlo a identificare l’inglese con il gioco, ovviamente non parlando durante le attività didattiche nella lingua madre del bambino (se non per particolari urgenti).

Altro trucco: il bambino deve essere costantemente interessato a ciò che accade in classe, bambini dell’età indicata 4-7 anni hanno un tempo di attenzione e di interesse molto breve un gioco un video un quiz non deve durare più di 10-15 minuti altrimenti qualche bimbo si stuferà, trascinando la classe in una conversazione su altro nella sua lingua madre. Cambiare argomento e materiale molto frequentemente.

Attenzione ai distractors, i bimbi hanno spesso un giocattolo, un gadget, un aneddoto su cosa è successo oggi con loro che potrebbe attirare l’attenzione di tutti, l’insegnante di inglese deve controllare che la cosa finisca prestissimo, entrando nell’ambito dell’interesse per l’oggetto o la storiella per poi sfilare l’attenzione della classe da esso

Il bambino va incoraggiato deve essere elogiato se dice qualcosa di giusto o di semi-giusto o anche di sbagliato ma con partecipazione e passione. Prodighi di complimenti, i bimbi adorano i complimenti.

In ogni lezione e attività ludiche in inglese c’è sempre un mini-dramma, il bimbo si offende, manca il papà o la mamma litiga con un altro bimbo, e chi più ne ha più ne metta. L’insegnante è la sponda su cui fare affidamento, per risolvere o arginare il problema  con dolcezza ed empatia. Tutti i bimbi devono essere trattati nello stesso modo, mai applicare una regola a uno sì a uno no! (i piccoli hanno un sorprendente senso della giustizia quando sono svantaggiati, senso della giustizia che tende a relativizzarsi se gli avvantaggiati sono loro… I piccoli sono furbetti!)

La pratica è tutto anche noi docenti impariamo per prova ed errore ma comunque le doti indispensabili sono dolcezza empatia una buona dose di buffoneria (senza però perdere l’aura di insegnante voi siete quelli che devono condurre il gioco.

Ma soprattutto tanta tanta tanta pazienza!

 

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