Lezioni di Storia: eugenetica durante il Nazismo, un’aberrazione della Medicina

La Medicina ha sempre avuto come obiettivo primario quello di studiare le malattie dell'uomo al fine di garantire la sua salute. Durante il periodo nazista tuttavia essa diventa strumento con cui compiere esperimenti finalizzati a creare la "razza pura".

Nasce l'Eugenetica che è l'aberrazione della genetica. Quest'ultima era ed è tuttora una scienza legittima che trasse le sue origini dal riconoscimento delle Leggi di Mendel nel 1900. I suoi principi però furono applicati in modo erroneo dai medici nazisti.

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Il termine Eugenetica fu coniato da Francis Galton nel 1883. Tale termine indicava il principio di rafforzamento di un gruppo biologico su qualità positive ereditarie.

Le teorie pseudoscientifiche nate nell'Ottocento al fine di spiegare la diversità delle varie razze su base scientifiche cominciarono a parlare della distinzione tra razza superiore, l'Ariana e quella inferiore composta da Ebrei, polacchi, zingari.

Queste teorie, in particolare quella di Gobineau e quella di Chamberlain che di scientifico non avevano nulla, unitamente alla teoria del "Pangermanesimo" espressa dal filosofo Fichte nei Discorsi alla Nazione tedesca, a quella del Superuomo del filosofo Nietzsche, alla teoria evoluzionistica di Darwin sull'adattamento della specie più forte al''ambiente, furono utilizzate e reinterpretate da Hitler in chiave razzista per fondare la sua teoria del "Nuovo Ordine".

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Di quest'ultimo egli ne parla nella sua opera autobiografica "Mein Kampf" ("La mia battaglia"). Hitler aveva dichiarato che la sacra missione razziale del popolo tedesco era quella di "raccogliere e conservare....i più preziosi fra gli elementi originari della razza...." per sollevarli ad una posizione di predominio. In vista dunque di tale fine i  medici tedeschi cominciarono a pensare che la sterilizzazione di Ebrei, di criminali e di malati mentali, di razze considerate inferiori, dovesse diventare  una missione sacra.

A questa si aggiunsero: l'eutanasia e il Trattamento speciale 14f13. In origine il termine "trattamento speciale" fu usato per legittimare le esecuzioni extralegali. In un primo momento tale trattamento fu applicato a presunti criminali pericolosi, poi a "vite senza valore" per la società. In ultimo all'eutanasia attuata nei campi di concentramento per realizzare la "soluzione finale": il genocidio del popolo ebraico.