Lezioni di fotografia: sei ciò che fotografi

Rubando al filosofo tedesco Ludwig Feuerbach la celebre frase "Sei ciò che mangi" e riadattandola al topic, si potrebbe dire la stessa cosa in ambito fotografico? Io credo senza alcun dubbio di si.

Se ripenso a quando iniziai a fare le mie prime fotografie, mi vengono subito in mente dei ricordi molto chiari e netti. Per esempio una cosa che facevo spesso era provare ad organizzare dei piccoli set nelle location più disparate come: costruzioni abbandonate e fatiscenti, carcasse di vecchie automobili o roulotte abbandonate nelle periferie delle città. Ricordo che per tutto un periodo mi ostinai a usare forzatamente una luce flash anche quando era superflua perché le condizioni di luce naturale erano già ottime. Insomma era evidente che in un modo o nell'altro volessi rendere appariscenti e spettacolari le mie immagini. Ovviamente, a quei tempi, non è che mi facessi molte domande sul perché di tutto quel circo che si veniva a creare a ogni occasione. Se un'immagine non suscitava l'effetto di stupore (meglio conosciuto come effetto wow) negli occhi di chi la guardava, allora non mi sentivo appagato, voleva dire che mancava qualche cosa. 

Credo che ogni buon fotografo abbia una serie di piccoli aneddoti simili a questi riguardo alle sue prime lezioni di fotografia (io potrei scriverci un libro), e sono convinto che se andassimo ad analizzare attentamente ogni scelta fatta, ogni immagine realizzata, ovviamente con la consapevolezza di allora, troveremmo una giustificazione a tutto. Il bello di chi ha deciso di fare della fotografia la propria compagna di vita è proprio nel fatto che essa ti mette quotidianamente di fronte alla tua evoluzione, come fotografo, ma sopratutto come individuo. È sempre l'immagine di te stesso quella che di volta in volta realizzi, che piaccia o no, anche se il soggetto protagonista non sei tu ma un'altra persona o se si tratta di un paesaggio oppure una teiera, non importa. Tutto quello che hai incluso all'interno di quel rettangolo e tutto quello che hai deciso rimanesse al di fuori, la parola detta un attimo prima alla modella, la goccia di formaggio fuso che hai aspettato colasse dal cheeseburger, quella posizione un po' scomoda in cui ti sei trovato a scattare prima che calasse il sole. Sono solo alcune delle tante dinamiche che hanno fatto di quella fotografia, la tua fotografia e che su di essa ci fosse la tua firma indelebile.

Sotto questa luce tutto assume un significato diverso, a partire dai propri limiti. Osservare con nuovi occhi, lasciare spazio a nuove intuizioni e assaporare un nuovo concetto di bellezza è parte fondamentale del percorso di crescita dell'essere umano in senso assoluto e non solo di chi si occupa di arti visive.

Credo sia molto importante avere la consapevolezza e la serena accettazione che il proprio stile muta così come l'esperienza della persona. Un libro letto, un film visto o una passeggiata nel bosco alle sei di mattina; sono tutti ingredienti che arricchiranno la tua memoria visiva e, in qualche modo, influiranno nelle scelte che farai di volta in volta quando ti troverai di nuovo con l'occhio nel mirino. 

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Daniele
Lezioni private - Fotografia
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