Mamma, da grande voglio fare lo scienziato

Sapete, da bambina pensavo di non essere molto portata per la matematica: avevo problemi a memorizzare le tabelline, le divisioni a due cifre erano il mio tallone d'Achille, ero lentissima a risolvere le espressioni. Mi piacevano le scienze, ma ero senz'altro più portata per la scrittura e mi divertivo molto con l'analisi grammaticale e logica. Trovavo la matematica molto stressante e, tal volta, la frustrazione di non riuscire a capire un esercizio,  si traduceva in grossi lacrimoni e interminabili capricci. Anche per questo, quando giunse il momento di scegliere la scuola superiore, optai per il liceo classico. Ero la prima delle mia famiglia a fare il classico ed ero spaventata all'idea di non poter contare sull'aiuto di nessuno per le materie più difficili, ma mi feci coraggio e portai a termine quel percorso. Ironicamente, fu proprio durante il liceo che venne alla luce il mio amore per le scienze e la matematica. A scatenare questa passione contribuirono due fattori:

il primo fu il confronto con le altre materie. Non sono mai stata brava a tradurre dal latino e dal greco, e trovavo quelle lezioni molto noiose e pesanti, nonché motivo di ansia, per cui le ore di matematica, di scienze, di fisica, per me rappresentavano il momento di svago, in cui finalmente rilassarmi, in cui tutto era logico, odinato, con delle regole precise a cui appellarsi (a differenza delle lingue antiche, colme di irregolarità ed eccezioni che possono solo essere accettate e imparate a memoria).

il secondo fu la TV. Proprio così: fu la televisione a svelarmi la meraviglia delle scienze, della fisica e dei numeri. Mi piaceva moltissimo guardare i documentari che davano su Focus. Oltre a quelli naturalistici e storici, per un periodo diedero molti documentari di astrofisica e cosmologia. Erano straordinari. Mostravano immagini meravigliose raccolte con i telescopi spaziali più avanzati, insieme a coloratissime animazioni al computer. Con gli occhi spalancati, guardavo ammirata tutte quelle stelle e galassie, i colori sorprendenti delle nebulose, la rappresentazione della curvatura spazio-temporale dovuta ai buchi neri...

I vari fenomeni erano spiegati da diversi scienziati da tutto il mondo. Rimasi molto colpita dal sorriso di quei ricercatori, dal loro entusiasmo, dalla passione che trapelava dai loro guardi e la meraviglia che mostravano le loro parole. Mi sarebbe piaciuto essere come loro. Avere quello stesso enorme sorriso, magari parlare ai giovani e farli emozionare come loro facevano con me. 

Avevo sempre avuto una generica simpatia per le scienze, ma fu in quegli anni che iniziai davvero a meravigliarmi del mondo e dell'universo. Il fascino che naturalmente suscita la vista di un cielo stellato, andò ben presto a contagiare la vista di ogni altro fenomeno. Mi iniziai a sorprendere di fenomeni a cui non avevo mai prestato grande attenzione, quelli a cui siamo del tutto abituati perchè parte della vita quotidiana: la caduta dei gravi, la luce e i colori, i fenomeni atmosferici... E più scoprivo, più avevo bisogno di sapere. Per cui ho riempito la mia libreria di testi di divulgazione scientifica, divorandone uno dopo l'altro. Più mi addentravo nella materia, più la trovavo soprendente. Scoprivo il vero fascino della matematica e dei numeri: l'esercizio e la formula imparata a scuola non erano più un semplice gioco fine a sè stesso, ma erano il modo per padroneggiare e comprendere la lingua con cui è descritto l'universo. Mi stupii moltissimo di scoprire questo ruolo della matematica e me ne stupisco tutt'oggi ogni qual volta mi capita di assistere al reciproco intrecciarsi e sovrapporsi di fisica e matematica, l'una l'interpretazione dell'altra.

Volevo raccontare a tutti della meraviglia che avevo trovato, ma per farlo bene avevo bisogno di saperne tanto quanto quei ricercatori che, sorridendo, mi parlavano attraverso la tv. Ed è così che ho iniziato a studiare fisica, a dedicare così tanto tempo e impegno per costruire sul mio volto il sorriso di chi guarda ammirato tutto ciò che esiste e ogni giorno fa di questa meraviglia il proprio mestiere. 

 

 

 

 

 

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