La divertente storia dei modelli atomici in breve

Mai sentito parlare di modelli atomici? Sembra un argomento noioso? Ebbene, ti sbagli! 

Tutto ha inizio nell'antica grecia (storia lunga): un filosofo greco di nome Democrito annuncia che tutta la materia è fatta da atomi, particelle indivisibili.

Ore so cosa vi chiederete... un filosofo? Ma non parlavamo di Scienze?

Ebbene, dopo quasi duemila anni arrivò Dalton (uno scienziato questa volta): riprende lo stesso concetto di Democrito, conferendogli un carattere scientifico. Detta in parole povere, per Dalton l'atomo era come una piccolissima biglia, una palla piccolissima e indivisibile.

Ovviamente si tratta di un modello banale. Per questo, anni dopo la scoperta dei protoniThomson (1904) teorizza il suo modello atomico a panettone (quando si dice che c'è chimica in cucina): secondo lui l'atomo era una nube positiva (l'impasto del panettone) con degli eettroni disposti in maniera regolare (i canditi del panettone). Fu proprio Thomson a scoprire gli elettroni. La sua importanza è legata all'introduzione delle particelle subatomiche nel modello atomico.

Ma era comunque troppo banale, e non teneva in considerazione la scoperta dei protoni. Perciò Rutherford nel 1911 introdusse il modello planetario: al centro un nucleo positivo costituito dai protoni, e intorno orbitavano gli elettroni, secondo orbite circolari casuali.  Quindi l'importanza di Rutherford è legata all'introduzione dei protoni nel modello atomico e al concetto di vuoto nell'atomo (ebbene sì, siamo fatti al 99,9%di vuoto).

Ottimo, quindi è finito il racconto? Ovviamente no.

Dopo troviamo Bohr, il quale introdusse il concetto di quantizzazione delle orbite (quanti che?). Bohr, con il suo modello quantico, capì che gli elettroni non collassavano nel nucleo grazie a una precisa (quantizzata) quantità di energia, che permetteva loro di orbitare intorno al nucleo, sempre seguendo orbite circolari.

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Servirono numerosi altri studiosi per capire che le orbite non erano circolari, e per introdurre il concetto di orbitale come lo conosciamo oggi. Due di questi studiosi sono i famosissimi Heisemberg (proprio come il soprannome del famoso Walter White) e Schrodinger (nome difficile ma grande mente).

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