AGGETTIVI PRONOMINALI
Si chiamano così poiché possono avere funzione sia di aggettivi sia di pronomi e, declinati seguendo gli aggettivi della I classe, presentano per tutti e tre i generi (maschile, femminile, neutro) le terminazioni -īus per il genitivo e -i per il dativo, terminazioni tipiche della declinazione dei pronomi.
Tra gli aggettivi pronominali più comuni si ricordano:
- ălĭus, alĭa, alĭud, altro (tra molti)
- alter, altĕra, altĕrum, altro (tra due)
- nullus, nulla, nullum, nessuno
- solus, sola, solum, solo
- totus, tota, totum, tutto
- unus, una, unum, uno solo
Si noti la declinazione di totus, a, um, che significa tutto, tutto quanto, tutto intero.
Questi mancano del vocativo.
Le forme maschili e neutre seguono la II declinazione e quelle femminili seguono la I declinazione.
NOTA BENE
Il nominativo e il genitivo di ălĭus sono scritti uguali, cambia solo la quantità vocalica di “i”, quindi la differenza di caso porta ad una differenza di funzione. Essendo la penultima sillaba, la differente quantità vocalica influisce sull’accento: il nominativo si pronuncerà àlius (ălĭus) mentre il genitivo si pronuncerà alìus (alīus).
IMPARIAMO A... TRADURRE
In latino due negazioni si annullano, determinando un significato affermativo; pertanto, per dare valore negativo alla frase è sufficiente la presenza di una sola negazione, mentre in italiano gli indefiniti negativi richiedono generalmente una seconda negazione quando sono usati dopo il verbo.
Nullum periculum video. Non vedo nessun pericolo.
QUALCHE ESEMPIO...
1) Unīus Dei providentiā mundus regĭtur.
Il mondo è retto dalla provvidenza di un solo Dio.
2) Caesar cum copiis suis totīus Galliae populos sŭbĭgit.
Cesare, con le sue truppe, sottomette i popoli di tutta la Gallia.
3) Aliorum vitia facile vidēmus, nostra autem semper ignoramus.
Vediamo facilmente i difetti degli altri, ma i nostri li ignoriamo sempre.
I PREDICATIVI
Come in italiano, anche in latino si distinguono il predicativo del soggetto e dell’oggetto. Essi sono costituiti da un sostantivo o da un aggettivo che ha la funzione di precisare il senso del predicato (verbo), esprimendo una qualità o un modo di essere del soggetto o dell’oggetto.
Marco è ritenuto un ragazzo sincero. Considero Marco un amico leale.
pred. del soggetto pred. dell’oggetto
IL PREDICATIVO DEL SOGGETTO
È espresso al nominativo ed è richiesto da:
- verbi di forma attiva (generalmente intransitivi) che indicano uno stato, una
condizione o un modo di essere del soggetto.
Marcus cum amicis laetus ludit. Marco gioca felice con gli amici.
Dei vivunt beati in Olympo. Gli dèi vivono felici nell’Olimpo.
- verbi di forma passiva che significano “essere detto, essere stimato, essere
ritenuto, essere giudicato, essere eletto”.
Magister a discipulis severus putatur. Il maestro è ritenuto severo dagli allievi.
Athenae litterarum patria putantur. Atene è considerata la patria della
letteratura.
PREDICATIVO DELL’OGGETTO
È espresso in accusativo e si trova in dipendenza da verbi di forma attiva che significano “dire, chiamare, stimare, eleggere, ritenere, considerare, nominare” (verbi appellativi, elettivi o estimativi).
Romani Fabium dictatorem faciunt. I Romani nominano Fabio dittatore.
NOTA BENE
Se il predicativo è un aggettivo, concorda in genere, numero e caso con il nome a cui si riferisce (Magister a discipulis severus putatur), invece se è un sostantivo concorda solo nel caso (Athenae litterarum patria appellantur).
IMPARIAMO A… TRADURRE
In italiano la funzione predicativa (del sostantivo o dell’aggettivo) si rende spesso con l’aiuto di preposizioni come “da”, “per” o locuzioni avverbiali quali “come”, “in qualità di”, “in quanto” … che però in latino non vengono espresse.
Paula sola ambulant. Paola passeggia da sola.
Marcus legatus in Africam mittĭtur. Marco è mandato in Africa come ambasciatore.