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Come aiutare nell'apprendimento uno studente con fragilità

Carla
Carla
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Quando ci si confronta con un bambino o un adolescente con fragilità nell'apprendimento, a volte si pensa che basti spiegargli più volte da vicino quanto è già stato spiegato in classe. In realtà in questo modo si fa un po' come quando, non conoscendo una lingua straniera, si ripete a voce più alta e più lentamente quanto si sta dicendo, come se il tono della voce e la ripetizione forzata potessero aiutare nella comprensione.

Un principio fondamentale deve guidarci: non bisogna dare per scontati i processi logici di astrazione che solitamente caratterizzano l'apprendimento, in quanto è proprio ciò che un individuo con Disturbi Specifici non riesce a compiere in maniera automatica. Pertanto una riproposizione dei contenuti con i passaggi logici esplicitati può aiutare. Sarà sufficiente la costruzione di mappe e tabelle, che diano ordine ai concetti e ne evidenzino la consequenzialità. 

Ritengo possa essere utile qualche esempio.

Poniamo il caso di un bimbo con diagnosi DSA che debba affrontare nella Scuola Primaria lo studio dei plurali delle parole che finiscono in -CIA e -GIA. Le schede didattiche solitamente presenti nei libri scolastici propongono una mescolanza di tali parole, invitando lo studente a distinguere i diversi casi e applicare la regola, solitamente riassunta in testata. Tuttavia, a seconda del proprio grado di dislessia, il bimbo completerà la scheda con estrema fatica e impiegando tempi più lunghi, poiché la mescolanza ingenera una confusione che richiede tempo e fatica per essere risolta. Riproporre le stesse parole, ma già suddivise secondo la regola da applicare, consentirà al bimbo di svolgere l'esercizio nello stesso tempo degli altri studenti, inducendo in lui maggiore autostima e fiducia nelle proprie capacità.

Un altro esempio utile, a mio parere, può essere dato dall'approccio ai numeri relativi di uno studente discalculico delle Scuole Secondarie di I grado. L'approccio al calcolo algebrico, infatti, richiede una certa elasticità nei ragionamenti e, pertanto, alle persone con fragilità nell'apprendimento può suscitare insicurezza. Innanzitutto è basilare conoscere il ragazzo/a e le sue preferenze nello studio, poiché ad alcuni giova l'uso di diversi colori, ad altri invece l'uso della linea dei numeri per compiere i calcoli nel campo positivo ed in quello negativo. In ogni caso, sarebbe importante che lo studente avesse a disposizione a scuola gli stessi riferimenti che ha utiilizzato a casa. E' anche per questa ragione che il Piano Didattico Personalizzato preparato dai docenti viene sempre condiviso con i genitori e con le figure professionali che seguono lo studente. Riporto sotto un esempio di aiuto all'implementazione del calcolo algebrico, realizzato con l'utilizzo di una mappa concettuale:

OPERAZIONI CON I NUMERI RELATIVI

 

 

Con la stessa tecnica, si possono affrontare tutte le operazioni con i numeri relativi e qualunque altro scoglio che si debba superare per progredire nello studio.

Fondamentalmente, più si enunciano i concetti e le regole in maniera ordinata, più si aiuta una persona con fragilità nell'apprendimento. Inoltre, una volta costruito un bagaglio di schemi ad hoc, lo studente avrà sempre a disposizione un materiale a cui attingere ogni volta che ne abbia bisogno. Non bisogna dimenticare che i disturbi specifici come la dislessia possono cambiare di anno in anno e si evolvono insieme con la crescita e lo sviluppo dell'individuo. L'importante è dargli quella forma di aiuto utile a non farlo scoraggiare e a continuare a progredire nelle proprie conoscenze, poiché l'acronimo DSA possa significare Domani Saremo Autonomi!

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