Come si determina il numero di ossidazione di un elemento all'interno di un composto?
Il procedimento non è particolarmente complesso: dovrai tenere a mente alcune regole.
Prima di tutto diciamo che il numero di ossidazione (n.ox)è una carica "virtuale", un valore intero positivo o negativo, che un elemento assumerebbe se gli elettroni dei suoi legami venissero attribuiti interamente all'elemento più elettronegativo.
Una molecola elementare avrà sempre n.ox=0
L'ossigeno ha n.ox=-2 in quasi tutti i suoi composti. Fanno eccezione i perossidi (n.ox=-1), e il composto di ossigeno e Fluoro (n.ox=+2)
L'idrogeno ha quasi sempre n.ox=+1, tranne negli idruri metallici in cui n.ox=-1.
La somma dei n.ox di tutti gli atomi di una molecola risulta sempre =0.
La somma dei n.ox di tutti gli atomi di uno ione risulta sempre uguale alla carica dello ione.
Seguendo queste semplici regole potrai attribuire il corretto numero di ossidazione a tutti gli elementi di un composto.
Alcuni esempi:
CO2: C=+4 e O=-2 in quanto ci sono due atomi di ossigeno e +4+(-2*2)=0
HClO: H=+1 Cl=+1 O=-2
H2CO3: H=+1 C=+4 O=-2 in quanto ci sono due atomi di idrogeno, uno di carbonio, tre di ossigeno.
Il numero di ossidazione si rivela particolamente utile per la nomenclatura tradizionale: infatti, una volta stabilita la classe di appartenenza di un composto (in base alla tipologia di elementi presenti e all'ordine in cui sono riportati), è possibile stabilire la desinenza dell'aggettivo specifico. L'aggettivo finirà in -oso se il n.ox utilizzato è il più basso, o in -ico se il n.ox è il più alto. Ad esempio abbiamo l'ossido rameoso, l'anidride carbonica, l'drossido ferrico, e molti altri. La desinenza dell'aggettivo dipende dal n.ox dell'elemento cui si riferisce.