Chi insegna, lo sa: non tutti i periodi sono uguali. Ci sono studenti che iniziano con entusiasmo e poi, piano piano, si spengono. Ti guardano con uno sguardo assente, aprono il libro con fatica, rispondono con frasi brevi. E la domanda viene naturale: come si fa a motivarli di nuovo, senza forzare?
In questo articolo condivido qualche spunto che ho raccolto negli anni, lavorando con studenti diversi, in situazioni diverse. Non è una formula magica, ma sono cose che, più volte, hanno davvero fatto la differenza.
La perdita di motivazione può nascere da tante cose. E spesso non c’entrano nemmeno le materie in sé. Ti faccio qualche esempio:
Uno studente delle medie che seguivo non voleva più studiare matematica. Dopo qualche chiacchierata è venuto fuori che si sentiva “più lento” rispetto ai compagni e aveva paura di fare figuracce.
Una ragazza del liceo, brillante, ha iniziato a mollare tutto dopo una bocciatura. Non ci credeva più. Aveva interiorizzato quell’insuccesso come un’etichetta.
Un ragazzino delle superiori si lamentava: “Ma a che mi serve sta roba?” E lì ho capito che non stava rifiutando la scuola, ma non vedeva un senso in ciò che faceva.
Insomma, dietro la demotivazione spesso c’è insicurezza, ansia, senso di fallimento, o solo un bisogno di ritrovare un significato.
Prima di ripartire con formule o regole grammaticali, provo sempre a capire che cosa lo blocca. A volte basta chiedere: “Com’è andata oggi a scuola? Ti va di raccontarmelo?”. Non è psicologia, è solo umanità. Lo studente deve sentirsi ascoltato, non giudicato.
L’obiettivo non è “recuperare tutto”, ma magari solo capire un esercizio oggi. Se riesce, lo studente si sente di nuovo capace. Ed è lì che inizia a cambiare tutto. Basta un piccolo risultato per rompere il muro.
Con una studentessa che odiava scienze, ho usato video, quiz e app interattive. Non sarà la scuola tradizionale, ma ha funzionato. A volte è solo una questione di cambiare il linguaggio, non il contenuto.
“Questa cosa ti sembra inutile? Vediamo insieme se può servirti.” È una frase che uso spesso. Magari non serve subito, ma capire il “perché” aiuta a studiare con un senso. Un collegamento anche minimo con la vita reale può riattivare l’interesse.
Anche solo un “Oh, questa oggi ti è venuta bene!” può riaccendere un minimo di fiducia. E quella fiducia è la base di tutto. La motivazione cresce quando qualcuno crede in te, anche nelle giornate no.
Non sempre funziona tutto subito. A volte serve tempo, altre volte bisogna solo essere presenti. Non come chi pretende, ma come qualcuno che crede ancora in quello studente, anche quando lui o lei ha smesso.
La motivazione non si impone. Ma si può coltivare. Con ascolto, pazienza e un po’ di creatività. E tu, che stai leggendo questo articolo, probabilmente hai già tutto questo.