Come far capire al mio interlocutore che ho capito l'argomento e non ho studiato a memoria?
È questa la domanda che più frequentemente mi viene posta. I primi tempi dell'Università me la posi anche io.
Sono stata una studentessa di Giurisprudenza e oggi, tra le altre, insegno Diritto e il nostro è un settore che ogni giorno si confronta con libri di innumerevoli pagine ove sicuramente la buona memoria aiuta, ma non basta.
La risposta che mi sento di dare oggi agli studenti a distanza di anni e con maggior consapevolezza è la seguente: definire e semplificare l'argomento è ciò che fa capire all'interlocutore che lo si conosce.
Mi spiego: alla domanda x, occorre rispondere con x. Non collegando y, z.
È un po come un'equazione matematica in termini di X=X
Certamente, ciò è più semplice con una domanda definitoria diretta: se mi viene chiesto "cosa è il contratto?" risponderò fornendo la definizione codicistica e manualistica.
Più complesso se l'interlocutore non ci pone una domanda definitoria, del tipo: "Mi parli del procedimento di fusione e scissione nelle società di capitali".
Lo studente sarà tentato di parlare del complesso meccanismo di fusione e scissione, senza fornire una definizione delle due operazioni societarie.
Qui occorre definire, essere chiari. Prima di tutto, definire. Una volta definito, occorre semplificare e porre esempi. Se sono pratica, ho capito la teoria. So distaccarmi dal libro, so andare oltre.
Il metodo del definire e semplificare lo si potrebbe utilizzare come promemoria mentale e per la redazione di schemi, di grande ausilio nella ripetizione della materia pre-esame.
Non è il metodo assoluto, non esiste il metodo assolutamente perfetto. Ma è un metodo, a mio parere vincente. E un metodo, nello studio di centinaia di pagine e nella loro ripetizione, occorre averlo.