Il termine "accusativo" deriva dal latino accusativus (ad + cusum supino del verbo cudo che significa colpire, ferire). Nella grammatica latina quindi indica l'oggetto, colui che soffre l'azione. Dunque, possiamo affermare che il caso accusativo semplice corrisponde, in italiano, al complemento oggetto, quindi è quel complemento che indica l'oggetto, cioè la persona e/o essere inanimato o animato, dell'azione espressa dal verbo transitivo attivo della frase. Quindi come possiamo tradurlo in italiano?
In genere, il caso accusativo risponde alla domanda “chi?” O “che cosa?”:
Un esempio può essere: "domina ancillam laudat" ( la padrona loda l'ancella). Ancillam è l’accusativo ed è il complemento oggetto perché risponde alla domanda “chi loda la padrona?”.
Attenzione però, perché l'accusativo se accompagnato da preposizioni come ad esempio "ad + accusativo" o "in + accusativo" esprime degli specifici complementi.
Nel caso di "ad + accusativo" esprime il complemento di moto a luogo e in quello di "in + accusativo" esprime il complemento di stato il luogo. Ovviamente ci sono molti altri complementi, oltre a quelli di luogo, che in latino richiedono l'utilizzo di una preposizione seguita dall'accusativo, come nel caso del complemento di tempo continuato. Il complemento di tempo continato indica per quanto tempo un’azione continua a svolgersi e risponde alla domanda: “per quanto tempo?”. Quest’ultimo si trova in:
Un esempio può essere: “(per) multas horas Romani agros vastabant”.
Andiamo ad analizzare la frase: si inizia dal verbo che è “vastabant” è un imperfetto 3 persona plurale, quindi dobbiamo cercare un soggetto in caso nominativo che sia plurale. Nella nostra frase l’unico nominativo plurale è Romani che è quindi il soggetto. Ora abbiamo due accusativi, come faccio a individuare quale sia il complemento oggetto e quale il complemento di tempo? Per il complemento oggetto devo vedere quale dei due risponde alla domanda “chi? o che cosa?”; mentre per il complemento di tempo devo vedere quale accusativo risponde alla domanda “per quanto tempo?”. Pertanto, la nostra traduzione sarà:
“I romani (soggetto) devastavano (che cosa?) i campi (complemento oggetto) (per quanto tempo?) per molte ore (complemento di tempo).
In latino però, si usa l'accusativo anche per esperire il soggetto nelle proposizioni infinitive (quelle che, in italiano, corrispondono alle proposizioni soggettive, oggettive ed esplicative), che appunto vogliono il soggetto in accusativo e il verbo all'infinito. In aggiunta, con l'accusativo, in latino, si esprime anche il complemento predicativo dell'oggetto. Quest'ultimo è facile da distinguere perché solitamente si trova in dipendenza da:
Queste categorie di verbi per reggere un predicativo dell'oggetto devono essere in FORMA ATTIVA. Il predicativo dell'oggetto è retto anche da verbi che significano "comportarsi, mostrarsi, dare avere, prendere, lasciare, trovare, aggiungere ecc..
Un esempio può essere :"Habeo Caesarem amicum fidelem" ( Io ho Cesare come amico fedele).
Quindi in questo caso il complemento predicativo dell'oggetto è "amicum fidelem" dove "fidelem" è l'attributo di "amicum" ed è quindi anche esso espresso in accusativo.
Per concludere, l’accusativo in latino è un caso grammaticale versatile e fondamentale che svolge diverse funzioni all’interno della lingua, consentendo di specificare il complemento oggetto, indicare direzione o movimento, esprimere durata e molto altro ancora.