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Perché il latino è utilizzato nella medicina?

Quanto sono potenti le lingue antiche? 

In molti tendono a definire lingue come il latino e il greco "morte", ma è davvero così?

Forse, la cosiddetta "lingua morta" può costituire un vantaggio nel momento in cui non evolve, poiché mantiene i suoi significati in modo univoco, senza creare ambiguità o confusione.

Per spiegarlo, possiamo prendere spunto da qualcosa di attuale e molto vicino a noi, ossia la medicina

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Il greco antico è stato fondamentale per questa scienza: sono stati proprio i medici greci, tra cui Galeno e Ippocrate,  i primi a  gettare le basi di molte teorie che sono utilizzate tuttora. Quest'ultimo nome forse non sarà nuovo a chi ha avuto modo di avvicinarsi alla medicina più o meno indirettamente, o agli studi antichi, perché uno dei fondamenti dell'etica medica è proprio il famoso "giuramento di Ippocrate".

Vista la premessa, una domanda sorge spontanea: come mai il latino si è imposto, un po'a discapito del greco, come lingua che tutt'ora ha autorità soprattutto in ambito medico? 

Posto che le parole mediche derivano per lo più dal greco,  non bisogna dimenticare che Roma ha praticamente conquistato il mondo, ed essendo il latino la lingua ufficiale da utilizzare in tutto l'impero, ciò ha determinato di fatti la sua supremazia al di sopra della lingua greca, sia in ambito medico che nella scienza in generale.  

Per molti secoli, dopo la supremazia dell'Impero romano, questa è stata la lingua d'eccellenza in primo luogo della cultura, tant'è che soprattutto nel Medioevo il suo studio era riservato solo ai ceti più potenti: il clero e la nobiltà, diventando poi lingua della scienza e del progresso. I primi testi scientifici infatti erano scritti unicamente in latino e l'unico modo per avervi accesso era conoscerlo, saperlo leggere e parlare. A partire da Federico II la diffusione di questa lingua avvenne anche nelle università, all'interno delle quali venivano tramandati testi che hanno contribuito a diffondere le conoscenze anche in Europa. 

In esso affondano le radici delle lingue europee ma allo stesso tempo, il suo essere un idioma metodico e dalle regole grammaticali dettagliate e rigorose, ha permesso che fosse utilizzato universalmente anche nelle nazioni che non hanno la propria derivazione linguistica dal latino.

Pensate a un medico in Italia, uno in Giappone e uno negli Stati Uniti: tutti possono usare la stessa terminologia per esaminare e discutere un caso clinico, perché le parole latine non lasciano spazio a equivoci, che in un ambito delicato come quello medico potrebbero risultare fatali. Parole come esempio virus, tumor, bacterius, fractura e così via sono, con piccole variazioni, le stesse per tutte le lingue e le ritroviamo nei manuali scientifici di medicina in tutto il mondo. 

In conclusione, riflettendo sul ruolo che ha il latino nella medicina, possiamo davvero capire quanto questa lingua sia in grado di oltrepassare i confini temporali e geografici resistendo ai secoli, andando incontro alle necessità dei professionisti di tutto il mondo. 

Tutto questo può portarci a riflettere su come le lingue antiche non siano dunque semplici reliquie del passato ma un patrimonio inestimabile che influenza il nostro presente e futuro, mostrandoci la capacità e il potere delle parole di saper costruire un ponte tra culture diverse.  

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Marianna
Insegnante di Latino a Forlì. Specializzato/a nell'offerta di lezioni di lezioni presenziali e lezioni online, adattate alle esigenze individuali di ogni studente. Le lezioni che tengo sono pensate per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi e le tue mete.Contattare
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